Risate da brivido

Perché la paura, a piccole dosi, può esser divertente?

Film dell’orrore, sport adrenalinici e montagne russe da brivido: ci spaventano, ma alla fine ci fanno ridere

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La paura, a patto che non sia troppa, può essere causa di grande divertimento. Lo dimostra la passione che molti hanno per film e libri horror, oppure per sport adrenalinici come il paracadutismo, o il successo di attrazioni come montagne russe sempre più estreme o le zip-line, in cui ci si lancia appesi con una imbragatura lungo un cavo di acciaio sospeso nel vuoto. Il risultato è una violenta emozione, a cui seguono momenti di intenso godimento e di euforia. Il piacere che si prova dopo la paura, però, non è lo stesso per tutti: vediamo perché.

CHE COS’È LA PAURA – È un’emozione primaria, legata cioè alla sopravvivenza della specie. L’uomo l’ha appresa in modo atavico, perché ha una funzione di conservazione e serve a proteggerci da un pericolo, reale o immaginario: se fossimo sempre impavidi, metteremmo continuamente a rischio la nostra incolumità. La paura è una reazione innanzi tutto biologica scatenata da un’area del cervello chiamata amigdala, situata in entrambi i lobi temporali. Quando avvertiamo un potenziale pericolo, l’amigdala manda un segnale all’ipotalamo, il quale a sua volta rilascia una scarica di ormoni dello stress, i quali ci predispongono alla reazione “attacco o fuga”. Questa reazione è istantanea e si scatena prima che possiamo razionalmente prendere in considerazione le caratteristiche della minaccia. È solo in una seconda fase che l’informazione arriva alla corteccia cerebrale, sede della memoria e del ragionamento: a quel punto arriveremo a capire se siamo realmente in pericolo o se si tratta di un falso allarme. Quando ci troviamo in condizioni di paura “controllata”, il nostro cervello ci informa che “oddio, stiamo precipitando!”, ma poi ci informa che tra poco apriremo il paracadute e atterreremo dolcemente al suolo senza danni. A questo punto, l’organo rilascia endorfine e dopamina, ormoni del benessere, e subentrerà una sensazione di piacevole euforia e di sommo divertimento.

SE NON È TROPPA, LA PAURA HA UN LATO BUONO – Spaventarsi di solito non è bello: eppure, come dimostra l’esempio di chi va pazzo per i film horror o per le montagne russe, quando ci si mantiene entro certi limiti, la paura può generare il divertimento e avere anche un suo lato istruttivo. La paura in condizioni controllate genera contemporaneamente l’adrenalina necessaria a predisporre una reazione di “attacco e fuga” e nello stesso tempo il sollievo di sapere che nessun pericolo ci minaccia realmente. Queste due sensazioni opposte, e il mix di ormoni che sta alla loro base, ci fa sperimentare insieme brividi di timore e insieme euforia e piacere. Oltre a generare soddisfazione e divertimento, I racconti e le esperienze di paura ci “allenano” ad affrontare situazioni di incertezza e a reagire prontamente davanti ad esse.  Il danese Marc Malmdorf-Andersen, psicologo e ricercatore della Aarhus University, spiega che "è possibile che le forme ricreative della paura aiutino a migliorare la regolazione emotiva e le strategie per farvi fronte. Il godimento dello stimolo pauroso sembra essere legato al controllo delle situazioni imprevedibili". L’importante è che i livelli dell’emozione paurosa restino antro limiti tollerabili: questa soglia è in gran parte soggettiva, tanto che ciò che diverte qualcuno, può sconvolgere qualcun altro, scatenando reazioni traumatiche con effetti anche duraturi. 

IL GIUSTO LIMITE - Perché certi soggetti si divertono davanti a un film di zombie e altri ne rimangono terrorizzati?  Alcune ricerche scientifiche fanno risalire queste differenze a una diversa reazione del sistema nervoso parasimpatico, ma non si va oltre a questo. In ogni caso esiste un punto di equilibrio tra timore e divertimento, nel quale entrambi gli stati d'animo sono al massimo. Si tratta però di un limite individuale perché troppa paura per un periodo prolungato può trasformarsi in stress e quindi in tormento.

PAURA, ANSIA E FOBIA: QUALI SONO LE DIFFERENZE – La fobia è la repulsione o il timore persistente e incontrollato nei confronti di qualcosa: che si tratti di un animale, di un oggetto o di una situazione, questo scatena reazioni intense, durature e per lo più sproporzionate rispetto alla minaccia reale. Di solito la fobia nasce da una esperienza spiacevole avvenuta in precedenza, o anche dall’aver assistito ai comportamenti impauriti di un familiare e di solito riguarda un fatto specifico, ad esempio della vista del sangue, dei ragni o di viaggiare in aeroplano. L’ansia è invece la sensazione di disagio e di timore che si prova davanti a una minaccia vaga e indeterminata. A differenza della paura, scatenata da un fatto preciso e destinata ad esaurirsi quando il pericolo si allontana, l’ansia può attivarsi anche a causa di pensieri negativi e non collegati a un rischio reale e immediato. Dato che la nostra mente ha la capacità di anticipare e prevedere gli eventi negativi, l’ansia può insorgere anche quando la minaccia è lontana o addirittura solo possibile. Possiamo dire che la paura è il campanello di allarme che ci avvisa di un rischio; la fobia è un allarme troppo sensibile, mentre l’ansia è un campanello che suona continuamente.