E' rintrata la rivolta nel carcere di Avellino: un gruppo di detenuti aveva iniziato a distruggere suppellettili e arredi per protesta, prendendo il controllo di tutto il reparto. Due agenti della polizia penitenziaria sono rimasti feriti negli scontri. Il malcontento era scoppiato a seguito della punizione inflitta per motivi disciplinari ad alcuni carcerati. Si tratta di detenuti comuni ristretti nella sezione al primo piano della casa circondariale del capoluogo irpino. Le forze dell'ordine, carabinieri e polizia, avevano circondato il perimetro dell'edificio, e la direttrice dell'istituto, Concetta Felaco, e gli agenti della polizia penitenziaria erano intervenuti per avviare le trattative, che hanno avuto un esito positivo.
Le aggressioni avvenute il giorno prima -
Martedì, sempre nel carcere di Avellino, si erano verificate alcune aggressioni contro agenti e contro il medico del penitenziario. I sindacati avevano rinnovato la richiesta al Dap di inviare nella struttura un contingente dei reparti speciale del Gruppo operativo mobile per ristabilire "l'ordine interno da tempo messo in discussione e garantire la sicurezza del personale".
La rabbia dei sindacati -
Il sindacalista della polizia penitenziaria Orlando Scocca spiega: "Sembra che la scintilla che abbia scatenato i detenuti sia la contestazione da parte degli agenti di alcuni provvedimenti disciplinari nei confronti dei detenuti che nei giorni scorsi hanno aggredito il personale penitenziario e danneggiato alcune celle e l'infermeria. L'ultimo evento proprio martedì quando un detenuto ha tenuto in ostaggio il dirigente medico in servizio nel penitenziario mentre un altro feriva due poliziotti in un'altra ala del carcere". Mirko Manna, del sindacato nazionale FP CGIL polizia penitenziaria, attacca: "Denunciamo l'inerzia del ministro e del capo Dap dei quali, per altro non abbiamo notizia delle loro iniziative praticamente da quando si sono insediati se non un discorso di Giovanni Russo sui propositi che intendeva realizzare".