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Emanuela Orlandi, il pm di Roma acquisisce atti dal Vaticano: si indaga ancora

"E' una cosa positiva perché per la prima volta ci sarà una collaborazione, sempre negata in passato, tra Santa Sede e magistratura ordinaria", ha commentato Pietro Orlandi

Sul caso di Emanuela Orlandi, la ragazza di 15 anni scomparsa nel giugno 1983, gli inquirenti della Procura di Roma stanno vagliando documenti e atti posti all'attenzione dalla magistratura del Vaticano. "Il nostro augurio è che ci sia una cooperazione leale" tra la procura e Santa Sede "alla ricerca della verità - è il commento di Laura Sgrò, legale di Pietro Orlandi -. È una bella notizia, è quello che noi chiediamo da anni per avere la verità su Emanuela".

Laura Sgrò ha precisato di avere appreso la notizia dai media e che ancora non c'è alcun coinvolgimento della famiglia Orlandi in questa nuova fase di indagini che si apre sul caso. Nell'ambito del procedimento, aperto lo scorso anno e sulla base della richiesta del Csm su un esposto presentato dalla famiglia di Emanuela, sarebbero anche state già ascoltate diverse persone informate sui fatti.

Il procedimento aveva portato anche all'audizione dell'ex procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, titolare dell'indagine poi archiviata nel 2015. L'oggetto dell'iniziativa dei familiari della ragazza scomparsa nel 1983 verteva sulla "la richiesta di accertamenti sulla condotta dei magistrati della Procura di Roma con riferimento ai colloqui intercorsi con il Vaticano per il rinvenimento del corpo di Emanuela Orlandi". Capaldo, ora in pensione, nel corso di alcune trasmissioni televisive aveva affermato di avere incontrato, nel corso delle suoi approfondimenti investigativi, due rappresentanti del Vaticano che gli "promisero di rivelare dove fosse il corpo" della ragazzina.

Il procedimento avviato a Roma due anni fa è stato affidato al pm Stefano Luciani: i familiari della cittadina vaticana avevano chiesto al Csm "accertamenti sulla condotta dei magistrati della Procura di Roma con riferimento ai colloqui intercorsi con il Vaticano per il rinvenimento del corpo di Emanuela". Tra i "nomi eccellenti" fatti al magistrato, quello del cardinale Giovanni Battista Re, attuale decano del Collegio cardinalizio e all'epoca della scomparsa della quindicenne cittadina vaticana sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato.

Tra le documentazioni prodotte da Orlandi, i quattro fogli di una chat, risalente ai primi anni del pontificato di Francesco, in cui si parla del caso di Emanuela. Tra gli interlocutori di questa chat ci sarebbe il cardinale Santos Abril y Castello', presidente della Commissione cardinalizia di vigilanza dello Ior e arciprete emerito della basilica papale di Santa Maria Maggiore.

Il fratello: "Bene collaborazione tra pm Roma e Vaticano"  "E' una cosa positiva che la Procura di Roma abbia acquisito atti dal Vaticano perché per la prima volta ci sarà una collaborazione, sempre negata in passato, tra Santa Sede e magistratura ordinaria". E' il commento di Pietro Orlandi in merito alla notizia relativa al nuovo impulso alle indagini relative alla scomparsa della sorella.

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