Il ministro degli Esteri di Papua Nuova Guinea, Justin Tkatchenko, ha pagato cara la trasferta a Londra per assistere all'incoronazione di re Carlo III: la "gita" nella capitale britannica gli è infatti costata il posto. Il motivo sono le polemiche scatenate nel Paese (che fa parte del Commonwealth) dai video postati su TikTok dalla figlia dell'ormai ex ministro, nei quali sono stati mostrati i lussi del viaggio. E non ha giovato nemmeno la piccata risposta di Tkatchenko, che ha dato dei "primitivi e inutili animali" ai cittadini del suo Paese per gli attacchi subiti: insulti che sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso, e che hanno portato alle dimissioni del ministro.
La pubblicazione sul social dei video girati dalla 25enne figlia del ministro, Savannah Tkatchenko, hanno subito sollevato polemiche in Papua Nuova Guinea, Paese non certo ricco (galleggia a metà della classifica mondiale in base al Pil, ma verso il fondo di quella per Pil pro capite con 2.752 dollari l'anno a testa contro una media mondiale di 11.183). Nelle immagini, infatti, la giovane mostra il volo in prima classe, lo shopping nei negozi di lusso dell'aeroporto di Singapore, i festeggiamenti della delegazione tra cocktail, cibo e dolci.
La figlia del ministro, travolta dalle critiche, ha cancellato i post e anche l'account, ma ormai il danno era fatto: il video ha iniziato a circolare ancor di più nel Paese, e le opposizioni hanno colto la palla al balzo per accusare il ministro, il premier e la maggioranza. Secondo i media locali, per la trasferta londinese sono stati spesi l'equivalente di 3 milioni di euro, mentre secondo Abc Australia l'importo è un po' inferiore, circa 1,8 milioni di euro per mandare in Gran Bretagna i 31 membri della delegazione e per festeggiare l'incoronazione anche in patria. La "gita" e le feste, insomma, sarebbero costate circa 58mila euro a testa per ogni membro della delegazione papuana.
A peggiorare la situazione è stata la reazione del ministro dopo gli attacchi alla figlia, accusata di essere una "influencer di Stato" pagata con i soldi pubblici: lui, che è di origine australiana ed è diventato cittadino di Papua solo nel 2006, ha risposto accusando i suoi compatrioti di essere dei "primitivi e inutili animali" che hanno "traumatizzato" la figlia. Una risposta che ha offeso anche il premier James Marape, e che hanno scatenato ancor di più le opposizioni, che hanno non solo chiesto la testa del ministro, ma hanno domandato anche di "rimandarlo da dove arriva" togliendogli la cittadinanza.
Tkatchenko ha provato in extremis a scusarsi, dicendo di essere stato frainteso, e che le sue offese non erano rivolte a tutti i cittadini ma solo agli hater che avevano preso di mira la figlia, ma ormai la frittata era fatta. E il ministro degli Esteri ha rimesso il proprio mandato proprio pochi giorni prima di due importanti visite di capi di Stato stranieri attesi nel Paese: il 21 maggio si presenterà infatti il premier indiano Narendra Modi, e il 22 il presidente americano Joe Biden che firmerà un accordo bilaterale. Ma non troverà ad attenderlo un ministro degli Esteri.