Zelensky in visita a Roma | Mattarella e Meloni: "Italia pienamente a fianco di Kiev" | Il leader ucraino: "Tentazioni di fuga? Ho resistito"
Zelensky ha incontrato anche il Papa: "Rispetto il Santo Padre, ma non abbiamo bisogno di mediatori. Ci serve una pace giusta". Roma blindata
Giornata importante sull'asse Roma-Kiev. Zelensky, in visita nella Capitale, ha incontrato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il premier Meloni e Papa Francesco. "Fermo sostegno a 360 gradi", militare, finanziario, umanitario, per la ricostruzione, con l'obiettivo di una "pace vera e non una resa" dell'Ucraina: l'Italia ha accolto così il leader ucraino che ha ringraziato Mattarella e Meloni per questo impegno. "Siete dalla parte giusta della guerra", ha sottolineato Zelensky che ha poi incontrato Papa Francesco in Vaticano. "Rispetto il Santo Padre ma non abbiamo bisogno di mediatori. Ci serve una pace giusta", ha sottolineato. E su Putin: "È un leader isolato e uccide anche la sua gente".
Mattarella: "In gioco la libertà dei popoli" -
A dargli il benvenuto nello scalo militare di Ciampino è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che lo ha poi accompagnato al Quirinale. Al suo interlocutore, con felpa militare d'ordinanza, Mattarella ha ribadito quanto sia alta la posta in palio in questo conflitto: "È in gioco non solo l'indipendenza e l'integrità territoriale dell'Ucraina, ma anche la libertà dei popoli e l'ordine internazionale". Per questo, l'Italia è "pienamente al fianco" di Kiev, ha detto il Capo dello Stato, che ha tenuto a incontrare nuovamente Zelensky dopo il faccia a faccia di "anni addietro, quando le condizioni erano diverse". Oggi infatti c'è un Paese aggredito e un aggressore, responsabile tra le altre cose di "una pratica straziante e ignobile" come il rapimento di bambini ucraini, ha ricordato Mattarella, 200mila, secondo Kiev.
"Aiuti militari per Kiev" -
Sostenere l'Ucraina vuole dire innanzitutto altri "aiuti militari" e l'Italia continuerà a fare la sua parte, in raccordo con i partner della Nato. Questo punto è stato chiarito da Meloni ricevendo Zelensky a Palazzo Chigi. È l'unico modo, ha sottolineato ia premier, "perché l'Ucraina possa arrivare ai negoziati con una posizione solida, e non con una posizione di resa". L'obiettivo resta quello della pace, che si otterrà "solo e quando la Russia cesserà le ostilità", ha chiarito Giorgia Meloni, secondo la quale "gli ucraini stanno combattendo anche per noi". Oltre alle armi, il sostegno all'Ucraina continuerà ad essere a "360 gradi" e passerà dalla ricostruzione. In questa sfida l'Italia "vuole svolgere un ruolo di primo piano". E visto inoltre che l'Ucraina è un "avamposto della sicurezza dell'intero continente", è interesse dell'Italia "riconoscere le legittime aspirazioni europee" di Kiev, ha assicurato Meloni nel colloquio durato oltre un'ora e preceduto da un abbraccio tra "due amici", ha sottolineato il premier.
Da Zelensky un "abbraccio a tutti gli italiani, uno a uno" -
Di questo aiuto Zelensky è consapevole: "Non lo dimenticherò mai, ti ringrazio Giorgia", le parole del leader ucraino, che ha rivolto un simbolico "abbraccio a tutti gli italiani, uno ad uno".
Il leader ucraino al Papa: "Niente mediazioni, non parlo con Putin" -
Dopo la tappa in Vaticano per incontrare Papa Francesco, l'ultimo appuntamento romano per il leader ucraino è stata la lunga intervista con Bruno Vespa e altri giornalisti sulla terrazza del Vittoriano. Da qui Zelensky ha annunciato "passi importanti a breve" in quella controffensiva tanto attesa e che è, secondo lui, "l'unica via d'uscita" dal conflitto. "Con Putin non si può mediare", ha assicurato, dicendosi non disposto a parlare con il presidente russo e declinando l'offerta del Vaticano di lanciare una missione di pace.
"Serve la controffensiva" -
"Non sono disposto a parlare con Putin - ha ribadito - la via d'uscita alla situazione in Ucraina è la controffensiva: quando saremo al confine con la Crimea, il sostegno a Putin all'interno della Russia diminuirà e lui dovrà trovare una via d'uscita. Manca poco". Il presidente ucraino ha poi detto di non aver "paura" di un eventuale referendum in Crimea, però "è contro la Costituzione ucraina, sono i nostri territori quindi non possiamo fare un referendum sul territorio della Crimea perché parliamo del separatismo" che è illegale. Zelensky ha anche aggiunto che sa "cosa sta succedendo in Crimea", le persone "hanno perso tutto e perfino le persone che all'inizio hanno sostenuto la Russia adesso sono contro Mosca".
"Se Putin attacca Baltici i vostri figli in guerra" -
"So che se l'Ucraina cade, il passo successivo è la Moldavia e poi i Paesi baltici. Putin arriva lì, forse non Italia, ma i Paesi baltici sono membri della Nato e voi dovrete mandare li' in guerra i vostri figli", ha ricordato il leader ucraino.
"Xi mi ha detto che non forniranno armi a Mosca" -
"Ho parlato con il leader cinese, abbiamo discusso questioni importanti, ho detto che contiamo che Pechino non fornisca armi a Mosca. Xi ha risposto che non daranno le armi e non sosterranno la Russia.
Le dichiarazioni di Zelensky, dopo l'incontro con il Pontefice, hanno marcato una distanza che sembra incolmabile con quella diplomazia vaticana che vorrebbe portare le due parti, Ucraina e Russia, a sedersi attorno allo stesso tavolo.
Il leader ucraino ha sottolineato piuttosto di aver chiesto a papa Francesco "di condannare i crimini russi in Ucraina, perché non può esserci uguaglianza tra la vittima e l'aggressore". "Il piano di pace deve essere dell'Ucraina", ha precisato Zelensky. E ancora: "Rispetto Sua Santità, ma non abbiamo bisogno di mediatore tra Ucraina e il suo aggressore". La Russia, poi, non è affidabile ed è guidata da Putin che il leader di Kiev definisce "un piccolo leader isolato che uccide gli ucraini e la sua gente per difendere la sua poltrona".
Alla fine delle interviste, Zelensky ha risposto anche alla domanda se non gli fosse venuta l'idea di sottrarsi alla responsabilità di presidente dell'Ucraina quando è cominciata l'invasione russa, proprio lui che veniva da altre esperienze. "Ce l'ho fatta a resistere e a non lasciare il mio posto", le sue parole.
Il leader ucraino domenica andrà a Berlino per rinnovare il patto di assistenza con gli alleati, in una fase cruciale della guerra.
Zelensky: "A Roma siamo diventati più forti" -
"Oggi a Roma. Come sempre con tali visite, abbiamo ottenuto un risultato. Oggi siamo diventati più forti. Ho incontrato il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni. Sono grato a loro per le decisioni politiche di aumentare gli aiuti per l'Ucraina", ha scritto su Twitter Zelensky al termine della lunga giornata romana. "Sono grato alla leadership politica dell'Italia e di tutti gli italiani che ci aiutano e sostengono l'Ucraina nella nostra lotta per uno stile di vita europeo. Viva Italia! Gloria all'Ucraina!".
"Grazie al Papa, una speranza per i nostri bambini" -
Zelensky ha poi aggiunto. "Ho incontrato Papa Francesco. Spero che questo colloquio abbia conseguenze storiche per l'Ucraina. In particolare, per quanto riguarda il rientro dei bambini ucraini a casa".