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Granchi a rischio, gli oceani sempre più acidi provocano perdita dell'olfatto

La loro sopravvivenza è in pericolo a causa dell'aumento dell'anidride carbonica nell'atmosfera generata dall'attività umana 

Istockphoto

Gli oceani si stanno sempre di più inacidendo e questo mette a rischio la flora e la fauna presenti, compresi i granchi. A causa della sempre maggior quantità di anidride carbonica immessa nell'atmosfera dalle attività umane, anche la popolazione di crostacei sta subendo una vera e propria decimazione. Una delle cause è da ricercarsi nel danneggiamento del senso dell'olfatto causato dall'acidificazione dell'acqua.

Gli studi sul Granciporro  I problemi all'olfatto mettono a repentaglio le capacità di queste creature, come ad esempio quelle di trovare cibo, evitare predatori e accoppiarsi. A scoprire ciò sono stati i ricercatori dell'Università di Toronto, che hanno pubblicato lo studio sulla rivista Global Change Biology. Il principale soggetto della ricerca è stato il  Granciporro, uno dei granchi più importanti dal punto di vista commerciale che abita il Pacifico Nord-Orientale. Questa specie, come tante altre, ha una vista particolarmente scarsa, che bilancia con un senso dell'olfatto molto sviluppato. Il Granciporro rileva infatti gli odori muovendo nell'acqua delle piccole antenne, all'interno delle quali si trovano i neuroni responsabili della ricezione degli odori. Grazie a esse è in grado di sopravvivere a lungo, evitando diversi pericoli.

Porteus: "Sono cellule che si riducono se non entrano in funzione"  Sono tante le specie che si comportano in questa maniera, per cui problemi simili potrebbero presentarsi anche per loro. I due autori dello studio, Cosima Porteus e Andrea Durant, hanno infatti scoperto che i granchi esposti alle acque più acide hanno una capacita' molto ridotta di percepire molecole odorose: per loro, l'odore deve essere 10 volte più concentrato del normale prima che avvenga un aumento nell’attività delle antenne. Infatti i granchi che vivono negli oceani di questo tipo hanno ridotto, sia in numero che in volume, i neuroni deputati al senso dell'olfatto. "Si tratta di cellule che se non entrano spesso in funzione possono ridursi per risparmiare energia. È come un muscolo che si atrofizza quando non viene usato" ha spiegato Cosima Porteus. 

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