FOTO24 VIDEO24 2

Omicidio Torremaggiore (Foggia), il killer alla moglie: "Non ti uccido, devi sopravvivere e soffrire"

Dal filmato registrato subito dopo la tragedia, emergerebbe una versione diversa dei fatti. Inizialmente, infatti, si era pensato che la figlia avesse fatto da scudo con il proprio corpo alla madre

Dal video shock girato col cellulare a Torremaggiore (Foggia) subito dopo il duplice omicidio emergerebbe una nuova versione dei fatti. Il 45enne albanese Taulant Malaj, che ha confessato di aver assassinato la figlia di 16 anni e il presunto amante della moglie, avrebbe detto rivolgendosi alla donna: "Non ti uccido perché devi sopravvivere e provare tutto il dolore che hai causato a me". Inizialmente si era pensato che la 16enne avesse fatto da scudo con il proprio corpo alla madre. Nel filmato Taulant avrebbe aggiunto: "Ti uccido anche l'altro figlio". L'uomo era stato fermato proprio mentre vagava alla ricerca dell'altro figlio di 5 anni. 

Bimbo salvo perché si è nascosto dietro il divano  Il bimbo si è salvato nascondendosi dietro il divano del soggiorno di casa. L'assassino era molto legato al figlioletto: lo testimoniano le numerose foto pubblicate con il bambino sul suo profilo Facebook. Sabato notte, dopo la strage, i primi ad arrivare in casa sarebbero stati il fratello dell'assassino reo confesso e la cognata. Sarebbero stati loro due a trovare il bambino nascosto dietro al divano. Quest'ultimo, quando sono arrivati i carabinieri, era in braccio agli zii in evidente stato di shock. Il piccolo è stato affidato alla coppia.

Fotogallery - Uccide la figlia 16enne e un uomo nel Foggiano

1 di 7
A sinistra Massimo De Santis. A destra Gessica Manaj, con la madre Tefta e il padre Taulant  
2 di 7
3 di 7
Il luogo del delitto
4 di 7
5 di 7
 Gessica Manaj, con la madre Tefta e il padre Taulant
6 di 7
 Massimo De Santis, di 51 anni, ucciso a coltellate a Torremaggiore, nel Foggiano
7 di 7
 Massimo De Santis, di 51 anni, ucciso a coltellate a Torremaggiore, nel Foggiano

La confessione  Taulant Malaj ha rilasciato dichiarazioni spontanee ammettendo il duplice omicidio. Quando i militari lo hanno bloccato aveva ancora gli abiti insanguinati e aveva abbandonato l'arma del delitto, un coltello da cucina, all'interno della propria autovettura. Dopo aver ammesso le sue responsabilità sul duplice omicidio, forse in preda allo stato confusionale in cui si trovava, l'uomo ha chiesto ripetutamente della figlia: "Come sta Gessica, sta bene?".

La madre è stazionaria  Restano stazionarie le condizioni di salute di Tefta, la donna albanese di 39 anni, moglie del connazionale Taulant Malaj che nella notte tra sabato e domenica scorsi ha accoltellato a morte la loro figlia Jessica di soli 16 anni (colpita con almeno una decina di fendenti tra addome e torace) e Massimo De Santis, 51 anni, l'uomo che l'albanese riteneva essere il presunto amante della moglie. La donna si trova in prognosi riservata ma non è in pericolo di vita: è stata ferita con sei coltellate all'addome.

Fondamentali saranno le sue dichiarazioni  Quando è arrivata in ospedale era sotto shock, pertanto i medici sono stati costretti a sedarla. Tefta potrebbe essere ascoltata dai carabinieri. Fondamentali saranno le sue dichiarazioni sia per cercare di ricostruire l'esatta dinamica e il movente del duplice omicidio. La donna è casalinga, ma ogni tanto lavora come badante ad alcuni anziani del paese. I due sono sposati da 17 anni. Per accertare l'esistenza della presunta relazione extraconiugale e dello scambio di messaggi su una chat tra la moglie dell'assassino e la vittima, gli investigatori dell'Arma hanno sequestrato i telefoni cellulari della donna, del marito e della figlia. 

Indagini sulla diffusione del video  Intanto sono in corso le indagini per identificare chi ha divulgato sul web e sui social il video del duplice omicidio. "Si fa appello al senso di responsabilità dei cittadini, invitandoli, in ragione della tragedia familiare, a non divulgare ulteriormente video e/o immagini macabre e inappropriate, soprattutto nel rispetto dei familiari", dicono i carabinieri che stanno lavorando per identificare chi, finora, ha condiviso quel video.

Espandi