In Serbia, da oggi lunedì 8 maggio agenti di polizia vigileranno nelle scuole per l'intera durata delle lezioni. La decisione, presa dal governo, arriva a pochi giorni dalla strage in una primaria di Belgrado, dove il 3 maggio un allievo 13enne - sparando con la pistola del padre - ha ucciso otto alunni suoi coetanei e una guardia giurata.
Polizia nelle scuole - In Serbia i poliziotti hanno il compito di intervenire in eventuali situazioni di criticità che vanno dal possesso di armi all'uso di droghe, da fenomeni di bullismo e molestie e violenze di altro tipo. Saranno sotto controllo anche le zone intorno agli istituti scolastici frequentate dagli studenti e dai loro genitori.
Decisione dopo le stragi - Il governo ha preso questa decisione a pochi giorni dalla strage che ha sconvolto la Serbia: il 3 maggio scorso in una scuola primaria a Belgrado, un allievo 13enne, sparando con la pistola del padre, ha ucciso otto coetanei e una guardia giurata, ferendo altri sei ragazzi e un' insegnante. Il Paese balcanico, nel giro di meno di 48 ore ha poi assistito a un nuovo massacro, stavolta intorno a Mladenovac, cittadina a sud di Belgrado, dove un giovane di 21 anni sparando da un'auto guidata da un complice ha ucciso otto persone ferendone altre 14.
Tre giorni di lutto nazionale -
In memoria delle vittime e nel rispetto del dolore dei familiari la Serbia ha osservato tre giorni di lutto nazionale dal 5 al 7 maggio scorso. Il presidente Aleksandar Vucic ha annunciato severe misure con l'obiettivo d'intensificare i controlli e a ridurre l'alto numero di armi da fuoco ancora in circolazione. Si tratta di una situazione ereditata dei conflitti armati degli anni Novanta nella ex Jugoslavia. A seguito delle stragi, il ministro dell'istruzione serbo, Branko Ruzic, ha presentato invece le sue dimissioni.