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Aiutare gli elefanti migliorando il loro habitat

Creare un rifugio sicuro per gli elefanti nel cuore dell’Africa: questo l’obiettivo del progetto lanciato dal WWF per salvare dall’estinzione questa specie sempre più in pericolo

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È allarme estinzione per gli elefanti in Africa. Come avverte il WWF, nell'ultimo secolo il numero di elefanti nel continente africano è drasticamente crollato, passando dai 12 milioni stimati circa un secolo fa ai 415.000 riportati nell'ultimo censimento.

Gli elefanti hanno un ruolo cruciale nell'ecologia delle savane e delle foreste, vengono definiti dei veri e propri ingegneri del loro habitat. Basti pensare che in alcune foreste tropicali è possibile trovare specie di alberi che nascono solo da semi digeriti dallo stomaco dei pachidermi. I succhi gastrici, infatti, svolgono un'importante funzione di attivazione della germinazione. Gli elefanti sono inoltre in grado di creare habitat per altre specie animali.

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Oggi esistono due specie distinte di elefante in Africa. L’elefante di savana (Loxodonta africana) è classificato come “in pericolo” e l’elefante di foresta (Loxodonta cyclotis) risulta invece inserito tra le specie “in pericolo critico”, ovvero con elevato rischio di estinzione a breve termine. Il bracconaggio oggi resta la causa principale del declino di entrambe le specie di elefanti africani. Si stima che ogni anno vengano uccisi circa 20.000 elefanti per il commercio illegale di avorio. A questo si aggiungono le uccisioni generate dai conflitti tra gli elefanti e le comunità locali, purtroppo in crescita a causa della deforestazione (trasformazione di aree di foresta e savana in coltivazioni), carenza di cibo o di acqua. In Kenya, proprio a causa del conflitto con le attività umane, ogni anno le autorità preposte alla tutela della fauna selvatica sparano a 50-120 elefanti problematici, mentre tra il 2010 e il 2017 circa 200 persone sono morte in conflitti uomo-elefante.

Una specie sempre più fragile

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Secondo il WWF, nell'ultimo secolo il numero di elefanti nel continente africano è drasticamente crollato, passando dai 12 milioni stimati circa un secolo fa ai 415.000 riportati nell'ultimo censimento. Oggi esistono due specie distinte di elefante in Africa: l'elefante di savana, classificato come "in pericolo", e l'elefante di foresta, che risulta inserito tra le specie in "pericolo critico", ovvero con elevato rischio di estinzione a breve termine. Il bracconaggio oggi resta la causa principale del declino di entrambe le specie di elefanti africani. Si stima che ogni anno vengano uccisi circa 20.000 elefanti per il commercio illegale di avorio. A questo si aggiungono le uccisioni generate dai conflitti tra gli elefanti e le comunità locali, in crescita a causa della trasformazione di aree di foresta e savana in coltivazioni. In 100 anni si è già perso oltre il 95% degli elefanti africani. 

Il WWF conduce da più di 30 anni programmi di conservazione nei Paesi in cui l’elefante di foresta è presente, con sedi operative in Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo e Gabon ma le stime riportano che senza una repentina accelerazione e rafforzamento delle attività di conservazione, la specie andrà incontro ad un processo di estinzione locale già nel corso dei prossimi dieci anni. Per questo il WWF ha lanciato la campagna "SOS Elefante". Con una donazione, fino al 21 maggio, si può aiutare l'associazione a salvare questi animali dall'estinzione, attraverso la realizzazione del progetto “Una foresta per gli elefanti”.

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Il progetto WWF si realizzerà nel territorio del Tridom (Gabon, Camerun, Repubblica del Congo), al cui interno si sviluppa il parco di Ntokou Pikounda, l'ultimo avamposto per la conservazione degli elefanti di foresta. Il progetto comprende azioni di studio e monitoraggio tramite foto trappole, analisi genetiche e tagging, rafforzamento del sistema antibracconaggio - vera e propria piaga in quest’area (circa 1.000 elefanti uccisi ogni anno) - aumentando le risorse disponibili per gli uffici che lavorano sul campo, le tecnologie avanzate e la formazione delle guardie. L'impegno prevede inoltre un’intensa attività finalizzata a migliorare la convivenza tra elefanti con le comunità locali, prevenendo i conflitti attraverso un nuovo approccio, denominato SAFE, che punta al raggiungimento di 5 obiettivi misurabili: sicurezza per le persone; sicurezza per la fauna selvatica; protezione dei beni; protezione dell’habitat; monitoraggio efficace.

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