La Corte di Cassazione ha confermato l'assoluzione dell'infermiera di Piombino (Livorno), Fausta Bonino, per sei casi di morte sospetta in corsia sui dieci totali di cui è stata accusata. Per gli altri quattro decessi, sui quali la Corte Suprema non ha confermato la sentenza di assoluzione, ci sarà un nuovo processo di appello a Firenze. Le morti sospette avvennero fra il 2014 e il 2015 tra pazienti del reparto dove lavorava la donna.
La sentenza del 2022 - La corte di appello di Firenze il 22 gennaio 2022 aveva assolto l'infermiera per tutte le accuse di omicidio volontario - dieci i casi di morti dubbie considerati - non ritenendo che ci fossero "indizi gravi, precisi e concordanti" che potessero far ricondurre le morti sospette a responsabilità dell'infermiera. Inoltre, la stessa corte di appello aveva evidenziato che quel reparto non era blindato ma di agevole accessibilità: non era controllato da telecamere, i badge per accedervi erano nella disponibilità del personale di tutto l'ospedale, esistevano porte da cui si entrava dall'esterno, tra queste una era di servizio e spesso veniva lasciata aperta. Argomenti, tra gli altri, che alla corte fiorentina fecero cancellare l'ergastolo inflitto nel 2019 dal gip del tribunale di Livorno.
La posizione della Bonino - Nella vicenda Fausta Bonino è stata indagata e imputata di aver causato la morte dei pazienti somministrando, con iniezioni, massicce dosi di eparina, anticoagulante che se assunto in quantità abnormi provoca emorragie interne. L'infermiera si è sempre detta innocente ed ha sempre respinto
le accuse.
La Cassazione ribalta l'Appello - La Cassazione invece ha riportato il processo alla decisione del primo grado perché ci sono dubbi che verranno spiegati nelle motivazioni. Nei vari gradi di giudizio, la Bonino è stata sempre processata per dieci casi di morti sospette ma le indagini in partenza avevano considerato un numero più alto di possibili vittime, poi ridotto con gli accertamenti medico legali.