Renato Vallanzasca, protagonista della mala milanese degli anni Settanta e Ottanta che ha passato in carcere quasi 50 anni, può tornare "a fruire dei permessi premio". Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Milano, accogliendo l'istanza degli avvocati dell'ex boss della Comasina, al quale i permessi per frequentare la comunità dove già andava in passato erano stati revocati a fine febbraio.
I permessi erano stati revocati perché, in sostanza, non sarebbe stato più in grado di rispettare le prescrizioni per "un decadimento cognitivo". "Il detenuto - scriveva il giudice che non li aveva più concessi - avrebbe rappresentato di non comprendere gli orari e le modalità dell'uscita in permesso". Per il collegio Vallanzasca non ha mai violato di recente "alcuna prescrizione" e bloccargli quei permessi è una "sanzione eccessiva e ingiustificata", anche "gravemente penalizzante" per una persona che "ha trascorso un lunghissimo periodo in carcere e che ha la necessità di strutturare un percorso di risocializzazione, che ad oggi sembra essere stato intrapreso con serietà".
Anche il sostituto pg Nicola Balice, nell'udienza di mercoledì, aveva dato parere favorevole all'istanza della difesa.
La difesa di Vallanzasca, detenuto a Bollate con "fine pena mai", aveva fatto presente che l'interruzione dei permessi "rischia di aggravare le condizioni psichiche del detenuto che vedeva in quegli spazi di libertà ragione di sollievo per la propria patologia neurologica". I giudici danno conto che non ha violato le prescrizioni, ma che è stato soltanto segnalato, l'ultima volta che è andato nella comunità, un suo "comportamento anomalo": ha mostrato "di non aver ben compreso gli orari".
Nessuna violazione disciplinare, dunque, ma comportamenti dovuti alla "patologia" di cui soffre. Intanto, la difesa ha già presentato un'istanza di differimento pena, con richiesta di detenzione domiciliare in una struttura adatta, per Vallanzasca, segnalando, sulla base di una consulenza medica, problemi neurologici che vanno avanti da 4 anni. E il carcere, sostiene la difesa, non può rallentare il progressivo aggravamento delle sue condizioni di salute. L'udienza davanti alla Sorveglianza si terrà a fine maggio.
Nei prossimi giorni ci sarà un'altra udienza in Tribunale per l'ex boss della Comasina scaturita dalla richiesta della Procura milanese di applicargli "l'isolamento diurno per ulteriori sei mesi", in base a un nuovo calcolo sul cumulo di pene che deve scontare. Nei mesi scorsi, poi, la Sorveglianza aveva respinto richieste di liberazione condizionale e semilibertà per il 73enne.