La patria dei pick up, dei motori 8-12 cilindri e della benzina a buon prezzo sterza decisa verso l'elettrico.
È questa la direzione che gli Stati Uniti provano a imboccare, per una volta mettendosi in scia all'Europa, per volere della Casa Bianca. Nelle scorse settimane è stato annunciato un piano che mira al passaggio all'elettrico di due terzi del parco veicoli statunitense entro il 2032.
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L'obiettivo è quello di tagliare le emissioni del 50% entro il 2030 e per arrivarci non è previsto nessuno stop alla produzione di auto a benzina, ma regole severe e restrittive sul livello di inquinamento ammesso sul mercato per i nuovi modelli prodotti a partire dal 2027. Secondo le direttrici pubblicate dall'agenzia americana per la protezione dell'ambiente entro il 2032 dovrà essere elettrico il 67% delle nuove auto passeggeri, il 46% degli autocarri di media portata, il 25% di quelli pesanti e il 50% dei bus.
In un mercato che nel 2022 nonostante generosi contributi ha visto immatricolare solo il 6% di auto elettriche e il 2% di camion pesanti lo spazio di manovra è enorme, così come la sfida. Come in tutti gli altri paesi si pone anche una tema infrastrutturale per completare la transizione verso la batteria. Nell'ultimo biennio sono stati stanziati cinque miliardi di dollari per la realizzazione di 500mila stazioni di ricarica elettrica da impiantare lungo le strade a grande circolazione e altri 2,5 miliardi per quelle all'interno delle aree urbane.
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Per grandi sfide servono grandi ricette e quella messa in campo dal governo americano ha un retrogusto protezionista. Dagli incentivi garantiti dal Dipartimento del tesoro sono esclusi buona parte dei modelli europei, cinesi, coreani o giapponesi. Su 7500 dollari massimi totali di bonus per ogni acquisto la metà sono assicurati a chi opta per un’auto 100% elettrica o plug-in hybrid che abbia almeno il 40% del valore dei minerali critici presenti (litio, nichel, cobalto…) proveniente dagli Stati Uniti o da un paese coperto da un accordo commerciale di libero scambio (il resto del Nordamerica, ma non l’Unione europea) oppure che abbia il 100% di materiali della batteria provenienti da riciclo che avviene in Nord America.
La seconda parte degli incentivi, altri 3750 dollari, è assegnata se almeno il 50% del valore dei componenti della batteria devono essere stati prodotti o assemblati in Nordamerica (Stati Uniti, Canada, Messico). Per accedere ai contributi è necessario rispettare delle soglie. Per SUV e pick-up non si possono superare gli 80.000 dollari, mentre per le berline il tetto è fissato a 55.000.
Insomma, dopo l’Europa si muovono anche gli Stati Uniti, mettendo sul piatto più risorse e avendo scelto una strada più soft.