Navalny: "In prigione mi torturano con i discorsi di Putin a tutto volume"
L'oppositore del Cremlino, rinchiuso da tempo in una colonia penale, denuncia, attraverso il suo entourage il nuovo metodo di "tortura psicologica" delle guardie
Torna a farsi sentire Alexei Navalny. L'attivista anti-Putin, attualmente rinchiuso in una colonia penale a Melekhovo a scontare una doppia pena di 11 anni complessivi per frode e oltraggio alla corte, ha pubblicato, tramite il suo entourage, un nuovo messaggio sui suoi profili social, dopo le ultime notizie che indicavano un peggioramento del suo stato di salute per un possibile avvelenamento. Su Twitter l'oppositore del Cremlino ha raccontato che le guardie carcerarie hanno trovato un nuovo metodo di "tortura psicologica" nei suoi confronti che consiste nel fargli ascoltare i discorsi del presidente russo Vladimir Putin a tutto volume.
In questo nuovo messaggio dal carcere, Navalny rivela l'ultima forma di "tortura psicologica" che gli agenti della colonia penale IK-6 a Melekhovo hanno messo in atto. Da alcuni giorni infatti, in tutta la struttura vengono diffusi dagli altoparlanti i discorsi di Vladimir Putin.
"Molto tempo fa, ho letto in qualche racconto poliziesco di spionaggio su come torturavano i prigionieri mettendo ad alto volume le poesie di Mao Zedong. Apparentemente, anche qualcuno nella nostra prigione deve aver letto questo libro", ha esordito Navalny nella sua denuncia su Twitter.
Nello specifico Navalny ha indicato che vengono mandate in filodiffusione delle dichiarazioni che il presidente russo ha effettuato dopo l'inizio della guerra (operazione speciale, come la definisce lo stesso numero uno del Cremlino) in Ucraina.
L'ultima denuncia di Navalny dal carcere - Nel tweet l'attivista rivela che vi sono tre fattori, che gli permettono di sopportare questa "tortura": il primo è il fatto che i funzionari della prigione abbiano in maniera inconsapevole riconosciuto che ascoltare i discorsi di Putin è una punizione alla pari d'impedirgli di scrivere alla famiglia e rubargli il cibo.
Il secondo è che di fatto anche le stesse guardie del carcere sembrano soffrire questa novità. "La seconda cosa - si legge - è che i poliziotti stessi (non i capi, ma i poliziotti normali) devono ascoltarlo con me ed è ancora peggio per loro, perché devono camminare lungo il corridoio proprio sotto gli altoparlanti. Quando chiedo loro allegramente quale discorso preferiscono, rimangono in silenzio, perché qualsiasi cosa dicono viene registrata e diventerà nota ai loro superiori. Ma gli sguardi sui loro volti e il modo in cui alzano gli occhi sono già una ricompensa".
Infine, l'attivista ha riferito di una frase che Putin ripete spesso: "Non abbiamo iniziato la guerra, sono stati loro a iniziare la guerra, e noi stiamo cercando di farla finire". "Ogni volta che la sento penso: ho fatto tutto bene, preferisco stare in prigione che sottomettermi a questo tipo di potere. Così scuoto la testa per l'impertinenza di una bugia così. Poi mi addormento felice", scrive Navalny.
Il messaggio delle star a Putin Nel frattempo alcune celebrità come JK Rowling, Jude Law, Thom Yorke, Jean Reno e Dominic West hanno mandato un messaggio a Putin, in cui veniva richiesta la scarcerazione immediata di Navalny, anche per dare all'attivista russo la possibilità di farsi visitare dai medici, viste le condizioni di salute piuttosto precarie.
"Libertà ad Alexei Navalny!" è la principale richiesta rivolta al presidente della Federazione russa. "Attori, scrittori, registi, giornalisti e altri personaggi della cultura hanno scritto una lettera aperta a Vladimir Putin chiedendo l'immediato rilascio di Alexei Navalny".
Così sui social dell'oppositore russo in carcere si rende noto che tra i firmatari dell'appello ci sono anche Mikhail Baryshnikov, Bill Naii, Margaret Atwood, Jonathan Franzen. La lettera è stata firmata da molti di coloro che, due anni fa, durante uno sciopero della fame di Navalny, hanno chiesto che i medici fossero autorizzati a visitarlo.
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