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Docenti tutor e orientatori, Valditara: "Ecco quanto aumenterà lo stipendio". Presidi: "Risultati tra qualche anno”

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha spiegato ruolo e mansioni dei nuovi insegnanti. Un cambio di rotta ben accolto dai presidi che però invitano a rimanere con i piedi per terra

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Si incomincia a intravedere lo sviluppo del concetto di merito, inteso come premialità a livello stipendiale, nella scuola che ha in mente il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. E che passa anche per due nuove figure, annunciate nelle scorse settimane: il docente tutor e il docente orientatore. Saranno loro, infatti, che a partire dal prossimo anno scolastico cercheranno di potenziare il supporto agli studenti. Da un lato, aiutando gli alunni a colmare eventuali lacune o ad approfondire conoscenze e competenze già possedute. Dall’altro, affiancando i ragazzi - si parte con gli ultimi tre anni delle superiori, poi a regime dalla prima media per un ciclo di otto anni complessivi - nella scelta del percorso più adatto a loro, specie in ottica post diploma.

I maggiori oneri in capo a questi docenti, formazione inclusa, saranno coperti da fondi sotto forma di uno stanziamento di 150 milioni di euro per il 2023, ma è solo la prima tranche. E proprio in questi giorni si sta svolgendo la selezione dei docenti candidati: dallo scorso 17 aprile (e fino al 2 maggio), infatti, tutti i dirigenti scolastici possono comunicare al Ministero i nominativi degli insegnanti che potrebbero ricoprire il ruolo di tutor e orientatore nella loro scuola.

“Ogni tutor - ha spiegato Valditara - potrà arrivare a guadagnare oltre 4.700 euro per le attività curriculari. Invece, per l’attività extracurricolare, perché ci sarà anche un'attività pomeridiana, abbiamo stimato circa 3 mila euro ulteriori”.  Ciò significa che, per chi vorrà sommare le due competenze (e avrà i requisiti per farlo), l’incarico si potrebbe trasformare in un compenso di quasi 8 mila euro. Cifre, quelle indicate dal Ministro, che fanno riferimento a incrementi lordi della retribuzione annuale già in capo a questi docenti che saranno, ha aggiunto il Ministro dell’Istruzione e del Merito, specialisti nel campo psicopedagogico, e che avranno la missione di individuare e personalizzare il piano didattico di ciascuno studente “e nello stesso tempo di favorire il recupero di quei ragazzi che magari sono un po’ indietro nella preparazione”, ma anche “per aiutare quei ragazzi che in classe si annoiano perchè sono molto avanti”.

Ma in cosa consisterà, all’atto pratico, l’attività di questi docenti? Come si relazioneranno con gli studenti? E quando potremo godere degli effetti sperati? Servirà del tempo, come spiega a Skuola.net Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione Nazionale dei Presidi del Lazio e dirigente scolastica del Liceo Scientifico ‘Newton’ di Roma. Anche se, di certo, si tratta di un buon primo passo nella giusta direzione.

Docenti Tutor e Orientatori: al via la selezione

“Questa prima fase - sottolinea Costarelli - è dedicata alla candidatura dei docenti che svolgeranno la formazione, quindi non si tratta dell’individuazione dei tutor e degli orientatori”. Si procede per candidatura aperta ma, come segnala la dirigente scolastica, “qualora il numero dei richiedenti fosse superiore a quello stabilito per ogni scuola, sono previsti dei criteri in base ai quali le scuole potranno procedere a un’ulteriore selezione”. Alcuni di questi sono già noti e riportati all’interno del decreto di definizione della misura, ovvero: aver prestato servizio per almeno 10 anni; aver svolto attività relative a orientamento e Pcto (l’ex alternanza scuola lavoro) e aver dato la propria disponibilità a ricoprire il ruolo per tre anni nello stesso istituto. “Ovviamente - specifica il presidente dell’ANP Lazio - si tratta di criteri di massima che ciascun dirigente deciderà se necessario utilizzare o meno”.

Saranno decine in ogni istituto

Un altro nodo da sciogliere è quello circa il numero dei docenti tutor e docenti orientatori che verranno dispiegati nelle scuole, ma Costarelli anche su questo aiuta a fare chiarezza: “Il numero per ogni scuola - dice - è variabile. Io posso fare l’esempio della mia scuola, il Liceo Scientifico ‘Newton’, dove a fronte di circa 750 studenti del triennio del prossimo anno sono stati assegnati un orientatore e diciannove tutor. Ovviamente, c’è un rapporto per definire questo numero che il Ministero ha considerato, perché ogni tutor potrà avere un gruppo tra trenta e cinquanta studenti. La quantità dipenderà da ogni scuola, perché bisognerà dividere gli alunni per i tutor che si individueranno”.

Anche se la preside non nasconde qualche perplessità, non tanto sulla quantità di docenti assegnati alle classi della sua scuola, che la dirigente ritiene comunque sufficiente, quanto piuttosto sulla velocità con cui il Ministero ha messo in campo la nuova misura. “Anche se le linee guida erano uscite prima di Natale - segnala Costarelli - si tratta di una novità arrivata all’improvviso nelle scuole. Un discorso che ci aspettavamo per il prossimo anno: vederlo aperto adesso un po’ destabilizza perché siamo a fine anno scolastico, le scuole sono già molto caricate dai tanti impegni relativi al PNRR e altre cose. Ora questa incombenza, un adempimento improvviso, certamente non facilita il coinvolgimento”.

Quali saranno le mansioni e i compiti dei tutor e degli orientatori? 

Un altro passaggio che ha generato molti dubbi riguarda le mansioni operative che andranno a svolgere queste nuove figure. Sulla carta la loro denominazione - tutor e orientatore - può voler dire tutto o niente. In aiuto, però, arriva un decreto ministeriale dello scorso 5 aprile, che parla anche di loro: “I tutor - riassume Costarelli - hanno essenzialmente due compiti. Il primo è quello di seguire gli alunni loro affidati per la predisposizione del portfolio elettronico, una sorta di ‘diario’ in cui ogni alunno andrà a raccontare la propria storia formativa, anche attraverso la raccolta dei lavori migliori, e l’individuazione del lavoro migliore dell’anno scolastico. E poi avranno il compito di relazionarsi con le famiglie e con gli altri docenti rispetto a queste attività relative all’orientamento. L’orientatore invece ha una funzione non direttamente collegata agli studenti, cioè quella di gestire questo settore. Quindi dovrà porsi da trait d’union tra la scuola e l’esterno e coordinare il lavoro dei tutor: una funzione solitamente svolta dai docenti ‘funzione strumentale’”.

Un ruolo, apparentemente cruciale, che i docenti potranno però ottenere non prima di un’adeguata formazione: “La formazione dei docenti tutor - prosegue la preside - deve essere una formazione ad ampio spettro. Deve comprendere tutta quella parte di competenze per aiutare gli studenti a capire le proprie potenzialità, a migliorare, e a comprendere quale sia la miglior strada per il futuro”. Senza dimenticare la conoscenza delle attuali condizioni del mercato post-diploma e del mondo del lavoro: “L’altro aspetto importante è quello della conoscenza di tutto il panorama scolastico e, soprattutto, delle possibilità dopo la scuola a livello universitario, di ITS e, in generale, di tutto il mondo delle professioni e del lavoro. Quindi la formazione deve essere molto ampia e spaziare su questi settori”.

Infine, come detto, le due nuove figure entreranno in servizio a supporto degli studenti in difficoltà, ma non solo. Anche gli alunni più in gamba, infatti, potranno avvalersi di questi specialisti: “Anche chi è bravo - conferma Costarelli - può avere la necessità di essere aiutato a capire quale sia la miglior strada per il futuro. Con gli alunni in difficoltà ci vorrà un’attenzione maggiore ma, rispetto a quello che prima non c'era, la figura del tutor certamente potrà dare supporto anche a loro”.

Bisognerà avere pazienza per vedere i risultati

Insomma, dopo anni di immobilismo, qualcosa si muove tra i banchi, soprattutto dal punto di vista dell’orientamento. Si tratta di un piccolo primo passo, dopo anni di stallo e, proprio per questo, la preside Costarelli invita alla prudenza: “Avere una persona con competenze specifiche potrà dare un supporto maggiore all'istituzione scolastica ma chiaramente non si compirà il miracolo. Sarà molto importante il lavoro con le famiglie e i genitori ed è un lavoro lungo, che non si compie in pochi mesi e neanche in pochi anni. Bisognerà adottare un’ottica diversa, di cui speriamo di vedere i risultati tra qualche anno, certamente non subito”.

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