25 Aprile, la lezione di Mattarella: "Ora e sempre Resistenza, la Costituzione nacque dove caddero i partigiani"
Il presidente della Repubblica da Cuneo: "Il Fascismo porto l'Italia alla catastrofe, la Resistenza fu la rivolta morale dei patrioti"
La Repubblica italiana è "fondata sulla Costituzione, figlia della lotta antifascista". Un'affermazione che riassume in poche parole l'obiettivo del discorso senza sfumature del presidente della Repubblica in ricordo della lotta di Liberazione. Il primo celebrato da una premier di un governo autodefinito di "destra-centro". In occasione del 25 Aprile, Sergio Mattarella ha deposto la corona di alloro al Milite Ignoto all'Altare della Patria. Presenti anche Giorgia Meloni e i presidenti della Camere Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana. La Festa della Liberazione è "un patrimonio di tutti noi italiani", ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, rendendo omaggio alle vittime delle Fosse Ardeatine. Poi, da Cuneo, Il Capo dello Stato si è rivolto soprattutto ai giovani, ricordando: "La Resistenza fu la rivolta morale dei patrioti e la Costituzione nacque dove caddero i partigiani".
Fotogallery - 25 Aprile, Mattarella al Parco della Resistenza di Cuneo
Mattarella ha scelto simbolicamente Boves, simbolo del primo eccidio nazista, come sede del suo intervento. Che ha voluto chiudere con una frase che ha accompagnato le manifestazioni di diverse generazioni: "Ora e sempre Resistenza". Una frase che il Capo dello Stato ha scandito dal teatro comunale di Cuneo, città medaglia d'oro alla Resistenza, riprendendole dalla lapide "ad ignominia" eretta nel municipio e dedicata allo spietato capo delle forze militari di occupazione tedesca, Albert Kesselring.
Cosa ha detto Mattarella Incrociando lezioni di storia a inviti al coraggio nel riconoscere il valore dell'antifascismo, Mattarella è stato chiarissimo nello spiegare come e dove va celebrata la Festa della Liberazione per non svilirla. "Ed è qui allora, a Cuneo, nella terra delle 34 Medaglie d'oro al valor militare e dei 174 insigniti di Medaglia d'argento, delle 228 medaglie di bronzo per la Resistenza. La terra dei 12,ila partigiani, dei duemila caduti in combattimento e delle 2.600 vittime delle stragi nazifasciste. È qui che la Repubblica celebra oggi le sue radici, celebra la Festa della Liberazione".
Fotogallery - 25 aprile, oltre 100mila in piazza a Milano
Mattarella, Meloni e La Russa Le parole di Mattarella sono state lette da molti come una stoccata a Ignazio La Russa, che proprio in quelle ore si trovava oltreconfine, a Praga, per visitare un campo nazista, certo. Ma anche per rendere omaggio alla memoria di Jan Palach, simbolo della lotta al comunismo, che poco c'entra con il 25 Aprile. Dall'altra sponda del fiume il governo ha ascoltato perlopiù silenziosamente le inequivocabili parole del Capo dello Stato. L'assenza fisica di Giorgia Meloni da qualche luogo simbolo degli orrori del nazi-fascismo ha plasticamente mostrato il diverso sentire tra Palazzo Chigi e Quirinale.
Le parole di Giorgia Meloni Una storia, quella del fascismo e della lotta di Liberazione, letta ancora diversamente in Italia, come si evince dalle parole del presidente del Consiglio. "Mi auguro che alcune riflessioni possano contribuire a fare di questa ricorrenza un momento di ritrovata concordia nazionale", ha affermato la leader di Fratelli d'Italia. Quindi il passo successivo, che sicuramente rappresenta un'evoluzione distensiva, seppur Meloni sembri voler sottolineare che queste riflessioni in Fratelli d'Italia sono state già metabolizzate da tempo. "Da molti anni, e come ogni osservatore onesto riconosce, i partiti che rappresentano la destra in Parlamento hanno dichiarato la loro incompatibilità con qualsiasi nostalgia del fascismo".
Mattarella tra citazioni e storia Il presidente della Repubblica ha ricordato "la coerenza" di chi salì in montagna a combattere rispetto a quanti volevano fermarsi con il governo Badoglio. Anche in questo da Mattarella arriva una citazione: "La guerra continua fino alla cacciata dell'ultimo tedesco, fino alla scomparsa delle ultime vestigia del regime fascista, fino alla vittoria del popolo italiano che si ribella contro la tirannia mussoliniana. Non possiamo accodarci a una oligarchia che cerca, buttando a mare Mussolini, di salvare se stessa a spese degli italiani". Parole di Duccio Galimberti nella piazza di Cuneo: era il 26 luglio del 1943. L'anno successivo il partigiano, tra i fondatori del Partito d'Azione, fu assassinato dai fascisti nell'Italia occupata. Quasi 100 mila persone in piazza a Milano con l'Anpi hanno accompagnato a distanza il pensiero del presidente: una normalità per il 25 aprile me che oggi non è stata al centro della notizia.
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