Ucciso per aver fatto da consulente in un'asta giudiziaria. È la pista più probabile per gli inquirenti di Lodi che indagano sull'omicidio del commercialista Antonio Novati, di 75 anni, trovato morto giovedì in un'auto lungo il canale Muzza. Nella notte fra venerdì e sabato un uomo di 60 anni di Lodi è stato fermato dai carabinieri con l'accusa di omicidio volontario. È il proprietario di una cascina che sarebbe già stata venduta in asta a terze persone con Novati nel ruolo di custode giudiziario nominato dal Tribunale.
Lite degenerata -
Nel pomeriggio del 20 aprile i due si sarebbero incontrati per discutere della liberazione degli immobili. Ne sarebbe nata una lite, degenerata in omicidio commesso con numerose coltellate alla schiena, al torace e all'addome del professionista titolare di un noto studio con sedi a Milano e Melegnano. Solo dopo l'efferato gesto il cadavere sarebbe stato spostato dal piazzale dell'abitazione al luogo del ritrovamento, lungo la strada provinciale 23 che attraversa campagne e magazzini, non lontano dalla residenza dell'indagato.
Parziale confessione -
Non sarebbe stato il primo appuntamento tra il consulente-intermediario attivo in aste ed esecuzioni immobiliari e il presunto assassino. Gli inquirenti di Lodi guidati dal Procuratore Maurizio Romanelli hanno già avuto una parziale confessione da parte del 60enne. L'imprenditore, per ora, non ha detto nulla rispetto al possibile movente.
Al vaglio la premeditazione -
Sono al vaglio degli investigatori i cellulari alla ricerca di prove e riscontri. Di certo sul piazzale della cascina sono state trovate copiose macchie di sangue che sarebbero da ricondursi alle ferite sul corpo di Novati. Sono stati sequestrati e repertati i vestiti del presunto omicida che saranno sottoposti ad analisi. I magistrati di Lodi dovranno anche stabilire se ci sia stata o meno premeditazione.