Mattarella: "Si parta dalla cultura per un nuovo Rinascimento europeo"
Al Festival du Livre di Parigi il Capo dello Stato sottolinea che "lo scambio apre le menti e consente di rimuovere pregiudizi e nozioni artefatte che ostacolano la conoscenza, ricacciandoci in recinti neo-tribali"
Per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella "lo scambio apre le menti, tanto più per una cultura solida e ammirata come quella italiana". Consente di rimuovere pregiudizi e nozioni artefatte che ostacolano la conoscenza, ricacciandoci in recinti neo-tribali". "Il progresso del mondo - ha proseguito il presidente in una intervista al "Corriere della sera" - è avvenuto anche, se non soprattutto, grazie agli scambi con le culture 'altre'".
"Verso una grande Casa europea" Letteratura, diritti, convivenza: sono questi i temi sui quali il Capo dello Stato riflette in occasione del via al Festival du Livre di Parigi, dove proprio il nostro Paese è ospite d'onore. E spiega: "La partecipazione dell'Italia, oltre a riconoscere il contributo recato dalla civiltà italica al sentire globale, rappresenta una grande occasione per proseguire sulla strada di una osmosi che consolidi sempre più la piattaforma comune di valori sui quali si fonda la Casa europea. L'incontro e il dialogo tra culture offre l'opportunità di conoscersi al di fuori di consolidati stereotipi e crea, nel confronto, le condizioni per superare la fragilità di una interpretazione dell'identità basata sulla chiusura e il rifiuto dell'altro".
Conoscenza da condividere Il libro - chiarisce il presidente della Repubblica -, come ogni altra modalità di espressione della creatività umana, rappresenta uno strumento di condivisione della conoscenza. Leggere è essenziale".
Solidarietà e comune destino C'è chi sostiene, riprende Mattarella, che il futuro passi attraverso la costruzione di una "fraternità europea" e su questo fronte il presidente rileva come "la fraternità europea, se derivato della triade illuminista - insieme con uguaglianza e libertà, vada intesa come consapevolezza di comune destino e vada oltre la solidarietà. Se i valori espressi dalle singole comunità erettesi in Stato sono comuni, è naturale e soprattutto autentico parlare di 'fraternità' europea".
Autonomia e dignità nella nostra Costituzione "I padri costituenti della nostra Repubblica - riprende Mattarella - si misurarono con questo pensiero e, in una prima stesura dell'articolo 3 della nostra Costituzione, scrissero un inciso di rara bellezza espressiva: le norme, secondo questa primigenia versione del testo, risultavano poste 'al fine di assicurare l'autonomia e la dignità della persona umana e di promuovere a un tempo la necessaria solidarietà sociale, economica e spirituale, in cui le persone debbono completarsi a vicenda".
"Il valore dell'italianità" "La presenza italiana agli eventi di Parigi e Francoforte ci ricolloca nel cuore della geografia culturale, oltre che politica, dell'Ue. "E' bello pensare - osserva il Capo dello Stato - che l'Italia non è solo il suo passato ma uno scrigno permanentemente arricchito. L'industria culturale italiana è una forza trainante del nostro modello produttivo che permette di mettere in valore le creazioni dell'ingegno. L'Italia gode all'estero di una reputazione altissima, che investe il suo passato ma anche il suo presente. Il modello di vita italiano fa sì che, dopo più di un secolo e mezzo di migrazioni nelle Americhe, in Australi a nell'Europa del Nord, accanto agli italiani di quarta e quinta generazione che rivestono ruoli significativi nei Paesi di approdo, si facciano strada tanti, tantissimi 'aspiranti italiani', che apprezzano la nostra cultura. Di certo, l'italianità appare di per sè un valore. E non va dissipato".
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