Il cervello umano è un grande consumatore di energia. Un’ora di lavoro intellettuale intenso, come quando si studia con concentrazione o si è immersi in un compito cognitivamente molto impegnativo come giocare a scacchi in un incontro importante, costa all’organismo una quantità considerevole di energia, misurata in circa 147 calorie all’ora per un adulto del peso di 70 kg. Tutto questo anche se si sta seduti a tavolino, in condizioni di relativa immobilità e senza considerare lo stress. La nostra mente, in media, brucia circa 450 calorie al giorno, circa un terzo del nostro metabolismo basale, ossia del consumo energetico che l’organismo richiede per la sua attività “minima” come respirare, digerire i pasti, conservare la propria temperatura corporea e, appunto, pensare.
CHI PENSA, BRUCIA – Dato che per gli studenti si avvicina il periodo degli esami di fine anno, è interessante fermare l’attenzione su qualche aspetto, magari non immediatamente intuitivo, del dispendio energetico legato all’attività intellettuale. Innanzi tutto, occorre considerare che il cervello non è mai completamente a riposo, neppure mentre dormiamo. In quest’organo risiedono molte funzioni essenziali, come processare informazioni, sedimentare ricordi, ricevere stimoli dalla periferia del corpo e inviare le corrette risposte chimiche: tutto questo lavorio incessante costa energia, né più né meno come avviene per tutti gli altri organi. Come afferma Doug Boyer, professore di antropologia evolutiva, in uno studio sul consumo energetico da parte del cervello nei mammiferi, condotto insieme alla ricercatrice Arianna Harrington, il cervello umano consuma il 20-25% del budget energetico dell’intero organismo, corrispondenti, mediamente, a circa 350 calorie per le donne e a 450 calorie per gli uomini. E questo consumo è ancora più elevato nei bambini, specialmente nei periodi di intenso studio, quando un’ora trascorsa a fare i compiti può comportare il consumo di circa 125 calorie.
CERVELLO DA SCACCHISTI – Un caso tutto particolare, e balzato agli onori della cronaca, è stato rilevato in occasione della finale dei Campionati mondiali di scacchi del 1984, quando gli organizzatori ritennero necessario interrompere la competizione a causa delle condizioni fisiche del giocatore russo Anatoly Karpov, il quale dopo decine di partite, aveva perso ben dieci chili. Nel caso degli scacchisti di quel livello, naturalmente, oltre al consumo di energia da parte del cervello entrano in gioco anche molti altri fattori, come lo stress, la disidratazione e la difficoltà nel fare pasti sani e regolari. È probabile, anzi, che siano state proprio queste le cause dell’eccessivo dimagrimento di Karpov È stato comunque calcolato che i giocatori di scacchi professionisti, in occasione di competizioni importanti, possono arrivare a bruciare fino a 6000 calorie in una sola giornata, anche la loro attività fisica è minima.
PERCHÉ IL CERVELLO ASSORBE TANTA ENERGIA? - Mentre è facile immaginare lo sforzo muscolare, e quindi il dispendio energetico, di un atleta impegnato in un allenamento o in una gara, è un po’ più complicato immaginare dove vada a finire l’energia bruciata dal cervello. Gran parte di essa serve a creare nuove sinapsi, cioè le strutture cellulari che permettono ai neuroni di comunicare tra di loro mediante speciali segnali chimici. Secondo quanto afferma Harrington nel suo studio, “il trasporto di ioni attraverso le membrane è uno dei processi più costosi in termini di energia che hanno luogo nel cervello“. Le fonti di energia a cui il cervello attinge per il suo buon funzionamento sono soprattutto zuccheri e carboidrati: per questo, se seguiamo una dieta troppo restrittiva, il nostro sistema nervoso può risentirne nel suo buon funzionamento e “punirci” per questo con una serie di disturbi che vanno da mal di testa alla svogliatezza e alla difficoltà di concentrazione.
SI PUÒ DIMAGRIRE CON L’ATTIVITÀ MENTALE? – Se il cervello è così “bravo” nell’assorbire energia, la domanda viene da sé: è possibile perdere peso leggendo un libro o scrivendo lettere? In teoria sì, ma purtroppo la risposta è no, anche se in realtà tutto dipende da quante calorie introduciamo con il cibo. Il cervello diventa grande consumatore di energia solo nel caso di attività mentale molto intensa, ossia quando è impegnato in un processo mai seguito prima, nel quale non può servirsi di abilità o conoscenze acquisite in precedenza. Brucerà molto, ad esempio, nell’imparare a suonare uno strumento musicale o imparando a memoria una poesia, mentre giocherà sul risparmio quando si tratta di fare conversazione o di impegnarsi in un’altra attività già conosciuta e quindi cognitivamente facile. Inoltre, molti aspetti del funzionamento di questo organo ancora non ci sono noti e diventa quindi molto difficile fare previsioni. Inutile quindi illudersi di poter "bruciare" una fetta di torta semplicemente con una buona lettura. Però, se siamo in cerca di ispirazione o stiamo studiando per un esame difficile, una sana alimentazione e qualche piccola golosità ogni tanto possono aiutarci a pensare meglio.