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La Germania investe su una miniera per le proprie batterie

La Volkswagen investirà nel settore minerario per avere a disposizione una fornitura adeguata e costante di materie prime per la produzione di batterie per auto elettriche

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La Volkswagen Miniera non è un nuovo modello, ma piuttosto un nuovo business che la casa automobilistica sta aprendo a tutta velocità dopo gli anni del COVID e il blocco degli approvvigionamenti e delle catene del valore. 

Nasce da qui la decisione di investire direttamente nel settore minerario, come già fatto da altri competitor come Stellantis o Tesla, per poter avere a disposizione una fornitura adeguata e costante di materie prime per la produzione di batterie per auto elettriche. Un accorciamento della filiera che dovrebbe anche ridurre i costi di approvvigionamento e di conseguenza anche dei modelli da immettere sul mercato, per aggredirlo anche nei segmenti più piccoli con prezzi abbordabili. Basti pensare che in un'auto elettrica il 40% circa del prezzo è determinato dalla batteria.

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Gli investimenti della casa di Wolfsburg saranno guidati da PowerCo una controllata che gestirà verticalmente impianti minerari e produzione di celle, con l'obiettivo di soddisfare la domanda di batterie sia dell'intero gruppo Volkswagen, sia di altre realtà automobilistiche. È il caso della Ford con cui già si conta una partnership da 1,2 milioni di veicoli. Entro il 2030 PowerCo ha l'obiettivo di realizzare sei gigafactory in Europa per una capacità di 240 GWh (gigawattora). Saranno investiti 20 miliardi di euro, mentre il piano industriale al 2027 ne prevede 180 di cui due terzi concentrati su software ed elettrificazione. 

Volkswagen sta già collaborando per accordi di fornitura con compagnie minerarie in Canada, dove costruirà il suo primo impianto di batterie nordamericano. La produzione inizierà nel 2025 nello stabilimento PowerCo di Salzgitter, in Germania, nel 2026 a Valencia, in Spagna, e nel 2027 in Ontario, Canada. 

Un altro obiettivo è quello di bypassare le forniture provenienti dalla Cina, che oggi contano per il 50% circa delle batterie. Pechino produce già centinaia di modelli EV a basso costo sfruttando un'economia integrata già da anni. I produttori occidentali devono prendere la rincorsa, partendo dal profondo delle miniere.

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