Sudan, l'esercito acconsente a una tregua armata di 24 ore | Croce Rossa: "Situazione umanitaria molto grave"
Il generale Shams al-Din Kabashiper ha deciso di rispettare il cessate il fuoco per permettere l'evacuazione dei feriti e il transito sicuro dei civili
L'esercito del Sudan ha acconsentito a rispettare un cessate il fuoco di 24 ore a partire dalle 18. Lo ha detto all'emittente "Al Arabiya" il generale Shams al-Din Kabashi. L'annuncio segue di poche ore le dichiarazioni con cui il generale Mohamed Hamdan "Hemeti" Dagalo, comandante delle Forze rapide di supporto (Rsf), aveva acconsentito a rispettare una tregua armata di 24 ore per permettere l'evacuazione dei feriti e il transito sicuro dei civili. Secondo la Croce Rossa, la situazione umanitaria nel Paese "è molto grave". Ferito un funzionario belga dell'Ue.
Croce Rossa: "Grave situazione umanitaria" - Nel Paese sono in corso i combattimenti tra l'esercito regolare e i paramilitari delle Forze di supporto rapido, legate al gruppo privato russo Wagner. Il portavoce della Croce Rossa in Sudan, Germain Mwehu, ha detto che la situazione umanitaria nel Paese è "molto grave" perché "la gente non può uscire, non ha accesso a cibo e medicine" e "alcune persone sono bloccate all'aeroporto o nei mercati". Dopo giorni in cui non sono stati rispettati i corridoi umanitari e sono già state causate decine e decine di vittime, le Forze di supporto rapido (Rsf), i paramilitari guidati dal generale Mohamed Hamdan "Hemeti" Dagalo, controllerebbero il Palazzo presidenziale di Khartum, la capitale.
I due schieramenti - A riferirlo è l'agenzia Nova, secondo cui al momento si continua a combattere quartiere per quartiere nel centro della capitale sudanese tra le milizie di Dagalo e le Forze armate sudanesi (Saf) del presidente del Consiglio sovrano di transizione Abdel Fattah al Burhan, e la situazione sembrerebbe essere di sostanziale equilibrio tra i due schieramenti.
I combattimenti città per città - Secondo la stessa fonte, oltre a Khartum, le aree in cui in queste ore si concentrano i combattimenti sono la città di Merowe, situata a 380 chilometri a nord della capitale, e ad Omdurman (dove tuttavia l'intensità dei combattimenti è sensibilmente inferiore rispetto a Khartum). Intensi scontri si segnalano anche nel Nord Darfur e nel Nord Kordofan, in particolare nella città di Al Ubayyid.
Ferito un funzionario belga dell'Ue -
Un alto funzionario dell'Unione Europea in servizio come capo degli aiuti umanitari, il belga Wim Fransen, è stato ferito "a colpi di arma da fuoco nella capitale" e sta "ricevendo cure mediche". Lo scrive il sito del New York Times. Le sue ferite sono "gravi" ma non è in pericolo di vita. Il funzionario era sparito domenica, ed è stato ritrovato martedì.
Senza elettricità e cibo - Nel Darfur, in particolare, le principali città sono nelle mani delle forze regolari, tuttavia resta estremamente incerta la situazione nelle vaste aree rurali e desertiche che caratterizzano la regione (e dove le milizie Rsf sono presenti in forze). Interruzioni di elettricità si segnalano inoltre in diverse aree, mentre una grave carenza d'acqua affligge il sobborgo di Kafouri, nella zona nord di Khartum, dove c'è stata un'interruzione delle forniture idriche dallo scoppio dei combattimenti. Numerosi quartieri sono inoltre a corto di cibo.
L'appello di Oms e Croce Rossa - Croce Rossa e Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) hanno invitato le parti in guerra in Sudan a garantire accesso umanitario alle persone bisognose. "Migliaia di volontari sono pronti, capaci e formati per fornire servizi umanitari. Purtroppo, a causa della situazione attuale, non sono in grado di viaggiare", ha detto il capo della delegazione della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, Farid Aiywar.