Salute e sostenibilità

Giornata della Terra: come mangiare sano pensando al Pianeta

Non solo bio: a tavola senza rinunciare al gusto, ma con un occhio alla sostenibilità

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Mangiare sano senza rinunciare al gusto, ma conservando un occhio di riguardo per la salute del Pianeta: la sostenibilità è un compito importante che tocca a ciascuno di noi e che ormai non può più essere rimandato. Il sistema alimentare globale, infatti, dalla produzione al consumo di cibo, senza contare gli sprechi, produce circa un terzo di tutte le emissioni di gas serra. Tra i principali responsabili si trovano l’agricoltura e l’allevamento: i prodotti chimici utilizzati in questi settori sono inoltre una importante fonte di inquinamento di laghi e corsi d'acqua. Per questo, il 22 aprile, giorno in cui si celebra l’Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra, siamo tutti chiamati a riflettere e a rivedere i nostri comportamenti di consumo, a cominciare dalle scelte di quello che mettiamo in tavola tutti i giorni. 

L’invito a riflettere sulla valenza e sull’impatto che le nostre abitudini hanno sulla salute del Pianeta arriva da CiboCrudo, brand italiano di cibo plant-based e crudista, il quale ha identificato sette modi per mangiare con gusto e in salute, pensando anche alla Terra.

1.    Biologico sì, meglio se certificato - Gli alimenti prodotti in agricoltura biologica sono più sostenibili e più sani di quelli prodotti con l’agricoltura tradizionale. Nelle coltivazioni biologiche si promuove la varietà di piante inusuali, si pratica la rotazione delle colture e si utilizzano fertilizzanti naturali, evitando l’uso di pesticidi e fitofarmaci, sostanze che, nel tempo hanno dimostrato di avere effetti negativi sull’ambiente, sulle falde acquifere, sugli ecosistemi e persino sul nostro benessere. Scegliere prodotti biologici certificati o alimenti coltivati in modo sostenibile significa perciò supportare metodi di produzione che hanno un basso impatto sul Pianeta. Inoltre, un alimento bio è più ricco di fitocomposti protettivi per la salute: tra questi ci sono ad esempio i polifenoli, sostanze benefiche che la pianta produce per difendersi dai parassiti, soprattutto se questa cresce senza l’aiuto dei fitofarmaci. I polifenoli hanno anche il merito di conferire agli alimenti un sapore più genuino e pieno. Non ultimo, i terreni coltivati nel rispetto dei disciplinari bio sono più ricchi e danno colture con un contenuto maggiore di vitamine e sali minerali. 

2.    Mangiare a colori – Se ne parla da tempo: i diversi colori di frutta e verdura sono il segnale di un diverso contenuto nutritivo, proprio ciò di cui il nostro organismo ha bisogno per star bene. Questa biodiversità nutrizionale è anche la chiave per la salute del Pianeta, che da troppo tempo fa i conti con un impoverimento delle coltivazioni e con un calo della biodisponibilità degli alimenti.

3.    Sostenere i piccoli produttori - Il rispetto delle normative previste per il biologico non è garanzia automatica di sostenibilità e qualità dei prodotti, soprattutto in un momento in cui bio è trendy. È per questo che dobbiamo scegliere i produttori giusti per i nostri acquisti, ossia quelli che lavorano nel rispetto di tutti gli operatori della filiera e del prodotto finale. 

4.    Bando agli sprechi – Gli italiani ogni anno sprecano oltre 65 chili di cibo a testa (dati ONU 2022), soprattutto frutta, verdura e cereali: è un dato superiore alla media europea, che sottolinea la necessità di essere più attenti in quello che compriamo ogni giorno. Dalle rilevazioni effettuate negli ultimi mesi bisogna dire che per fortuna stiamo migliorando: secondo dati Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability, diffusi lo scorso febbraio in occasione della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, finiscono nella pattumiera circa 30 chili di cibo pro-capite. I due dati sono rilevati in modo differente e quindi non sono confrontabili: gli sprechi sono comunque in via di diminuzione, anche se molto resta ancora da fare, anche perché una quota importante di spreco avviene proprio in famiglia.  Oltre al danno legato al gettare via cibo, dobbiamo essere consapevoli del fatto che questi rifiuti finiscono in discarica e contribuiscono alle emissioni di metano, un potente gas serra.

5.    Meglio la semplicità - Biologico non è sempre sinonimo di sano: anche se scegliamo alimenti provenienti da agricoltura biologica, possiamo comunque imbatterci in alimenti trattati e addizionati con conservanti, coloranti e altre sostanze aggiunte per prolungarne la durata, migliorarne l'aspetto o l’appetibilità. È dunque ottima cosa inserire nella propria routine alimentare cibi crudi o comunque cotti a basse temperature, essiccati naturalmente, lavorati artigianalmente e sempre privi di conservanti, zuccheri, sale o aromi aggiunti.

6.    Cucinare come condivisione - Una delle grandi gioie del cibo è cucinare e mangiare con amici e familiari. Per fortuna, gli italiani sono sempre più appassionati di cucina e stanno trasmettendo questa passione anche ai più piccoli. 

7.    Plant-based è meglio. La produzione e la distribuzione industriale di carne e latticini comportano consumi energetici elevati, dalla produzione di mangimi, alla macellazione e conseguente lavorazione e spedizione dei prodotti. Scegliere più spesso prodotti plant-based, riducendo di conseguenza il consumo di carne e latticini, significa scegliere prodotti che “pesano” meno sulle politiche di deforestazione, sul consumo di acqua ed energia e sull’inquinamento. Basta rinunciare ad alimenti di quel tipo anche un solo giorno a settimana per consumare un minor quantitativo di risorse naturali, producendo meno gas serra.