Napoli, mafia e voto di scambio: 18 arrestati, anche il sindaco di Melito
Sono accusati, a vario titolo, di attentati ai diritti politici del cittadino, corruzione, concorso esterno in associazione mafiosa e tentata estorsione
Mafia e voto di scambio, 18 arresti nel Napoletano
A Napoli la Direzione Investigativa Antimafia ha arrestato 18 persone accusate di scambio elettorale politico-mafioso e associazione di tipo mafioso. La misura cautelare riguarda, tra gli altri, anche il sindaco del Comune di Melito di Napoli, il presidente del Consiglio comunale e altri due consiglieri comunali. Gli arrestati sono accusati inoltre, a vario titolo, di attentati ai diritti politici del cittadino, corruzione, concorso esterno in associazione mafiosa e tentata estorsione.
L'accordo tra clan e rappresentanti dell'altra coalizione Le indagini, svolte dalla Dia di Napoli e coordinate dalla Dda, sono scaturite dalle notizie emerse sull'interesse della criminalità organizzata a inserirsi nelle elezioni del sindaco e sul rinnovo del Consiglio comunale di Melito. Secondo il gip, sarebbero emersi gravi indizi sull'esistenza di un accordo già in occasione della prima tornata di votazioni, il 3-4 ottobre 2021, ta esponenti della criminalità organizzata operante nel territorio e alcuni rappresentanti della coalizione a sostegno del candidato sindaco avversario (quest'ultimo non indagato).
Pressioni e intimidazioni Avrebbero accettato la promessa, da parte dei referenti dell'organizzazione criminale, di procurare alla coalizione e allo stesso candidato sindaco i voti degli appartenenti al clan, dei soggetti a esso legati e dei residenti del rione popolare destinatari di pressioni e intimidazioni, in cambio dell'erogazione di somme di denaro nonché della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell'associazione camorristica. "In questa fase - riferisce la Dia - sarebbe stato persino impedito l'esercizio dei diritti politici di una candidata al Consiglio comunale costretta, con gravi minacce, quali l'allontanamento dall'abitazione o la chiusura dell'esercizio commerciale, a svolgere campagna elettorale non per sé ma per un candidato dell'opposta coalizione gradito al clan".
Compravendita di voti Nel corso delle indagini sono anche emersi episodi di compravendita di voti di consiglieri comunali in occasione delle elezioni (di secondo livello) per gli organi della Città metropolitana svoltesi il 13 marzo 2022. Sono stati, inoltre, individuati gravi indizi su alcuni episodi estorsivi posti in essere dagli affiliati al clan.
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