Fuori porta

Primo sole: prove tecniche di abbronzatura

I ponti di primavera e le prime giornate di vacanza ci invitano alla tintarella, ma senza rinunciare alla cautela

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Come rinunciare al primo sole, anche se il tempo non è ancora stabile e l’aria non è sempre tiepida? I ponti di primavera sono l’occasione in cui tornare ad esporre la pelle ai raggi solari, dopo la lunga parentesi invernale. Se poi abbiamo la fortuna di poter sfruttare il momento per trascorrere qualche giorno di vacanza al mare, sull’ultima neve, o meglio ancora per una vacanza in luoghi più caldi, la cautela è d’obbligo: il desiderio di toglierci dal viso e dal corpo il colore smorto dell’inverno non deve però farci dimenticare la salute della nostra epidermide, esponendoci al rischio di scottature antiestetiche e dolorose. 

IL SOLE DI PRIMAVERA ABBRONZA (E SCOTTA) – I raggi del sole di primavera richiedono la stessa cautela del solleone estivo. L’aria, anzi, è più limpida rispetto alla piena estate e quindi i raggi ci colpiscono più direttamente, nonostante la loro maggiore inclinazione rispetto alla piena estate.  Inoltre, la temperatura  più frizzante rispetto a quella estiva, ci fa sentire di meno il caldo e ci spinge a prolungare il bagno di sole, senza avere chiara nozione del tempo che passa e del fatto che la pelle comincia ad arrossarsi. In più, dato che si tratta proprio del primo sole, il nostro colorito è particolarmente chiaro: massima cautela, dunque, ai primi bagni di sole, da affrontare sempre con un buon solare a portata di mano, da applicare anche più volte nel corso della giornata su tutto il corpo e soprattutto sui punti più delicati, come il viso, il collo, il decolleté. 

IL FATTORE DI PROTEZIONE – Va scelto in base alla carnagione, privilegiando, soprattutto in questa prima fase di esposizione, i fattori più alti. Anche chi ha la carnagione scura e si abbronza facilmente farà bene a utilizzare una buona protezione, almeno finché la pelle non si sarà nuovamente “allenata” alla presenza dei raggi UV e non avrà prodotto una quota adeguata di melanina, il pigmento naturale che regala al nostro incarnato il bel colore dorato dell’estate e che rappresenta lo scudo naturale con cui l’organismo si difende dall’aggressione dei raggi solari. Ricordiamo che la crema va applicata sulla pelle pulita e asciutta, possibilmente una mezz’ora prima dell’inizio del bagno di sole, e riapplicata di nuovo dopo aver fatto il bagno in mare e una doccia che sciacqui il sale dalla pelle. 

SI POSSONO RIUTILIZZARE I PRODOTTI DELL’ANNO SCORSO? – Le etichette e le avvertenze riportate sui flaconi di crema solare indicano la necessità di sostituire il prodotto dopo 12 mesi dal momento in cui la confezione è stata aperta. Alcuni test, effettuati ad esempio da “Altroconsumo”, hanno indicato però che dopo un anno la maggior parte dei prodotti, sia per gli adulti che per i bambini, non ha perso le sue proprietà e che i filtri proteggono ancora in modo efficace. Il consiglio quindi è controllare con cura il prodotto prima di adoperarlo: se la crema non ha cambiato consistenza e odore, si può adoperare ancora. Può essere utile un po’ di cautela in più le prime volte: se tendiamo ad arrossarci nonostante un’applicazione corretta del vecchio solare, è meglio buttare tutto e sostituire il prodotto.  Se invece già ad un primo esame, la consistenza del cosmetico appare grumosa, se i componenti tendono a separarsi e se compare un odore insolito, il prodotto va sostituito subito, senza applicarlo sulla pelle. I flaconi di solari vanno comunque conservati correttamente, in un luogo il più possibile fresco e al riparo dai raggi del sole (in spiaggia vanno conservati all’ombra e al riparo dalla sabbia), le creme non devono essere lasciate a lungo in auto, non vanno mai travasate in altri contenitori, e si deve evitare  di aggiungere acqua o altre sostanze. Tocchiamo i flaconi con le mani ben pulite, evitiamo di lasciare i flaconi aperti, ma richiudiamoli subito dopo l’uso; In casa si conservano a temperatura ambiente, senza metterli in frigorifero. 

ATTENZIONE SE… - Il cielo è nuvoloso: i raggi UV passano anche attraverso le nuvole. Anche nelle giornate con cielo coperto occorre mettere la crema solare;
-    stiamo sotto l’ombrellone: l’ombra non ci ripara dai raggi UV che vengono riflessi dall’acqua e dalla sabbia. Per proteggersi, oltre al solare, occorre indossare una camicia o un altro indumento che ci copra la pelle;
-    gli indumenti troppo sottili e trasparenti non riparano a sufficienza;
-    l’abbuffata di raggi solari (tanto poi si torna a casa!) non è una buona strategia per abbronzarsi: una giornata intera ad arrostire al sole ci arrosserà come aragoste e la pelle scottata, alla fine, si staccherà in un paio di giorni, lasciandoci pallidi come prima:
-    -ci si abbronza di più con la crema e con un’esposizione graduale;
-    al sole non basta proteggere la pelle: anche gli occhi, soprattutto quelli dei bambini,  devono essere riparati con buone lenti che filtrino a raggi solari e proteggano la retina da eventuali danni provocati dai raggi UV.