Melissa Satta dice basta. La showgirl ha deciso di sfogarsi con una serie di storie Instagram denunciando gli attacchi di cui è stata fatta oggetto da parte di haters sui social a causa della sua storia con il tennista Matteo Berrettini. "E' da mesi che ricevo messaggi di insulti, che definisco di sessismo e bullismo, due temi ai quali sono molto sensibile - ha detto -. Vengo attaccata per la storia personale e sentimentale che sto vivendo, ma ci sono tante ragazze che vengono bullizzate per tanti altri motivi. Nel 2023 tutto questo non può esistere". La Satta però ha contestato anche alcuni titoli di servizi giornalistici, per i quali ha fatto scrivere una lettera di protesta da parte del suo avvocato.
Melissa Satta ha deciso di esporsi in prima persona dopo gli ultimi attacchi ricevuti in occasione della partecipazione di Berrettini al torneo di Montecarlo. Sui social alla showgirl è stata data più volte la colpa di un calo di rendimento da parte di Berrettini quando non addirittura di infortuni.
"Vi posso raccontare quello che sto vivendo io ma questo è un messaggio che voglio lanciare a tutte le ragazze che vivono ogni giorno situazioni del giorno - dice la Satta -. Io vengo attaccata per la mia storia sentimentale però poi ci sono tantissime ragazze che ogni giorno vengono bullizzate per tantissimi altri motivi".
"Tanti anni fa ho scelto di essere un personaggio pubblico e quindi accetto ciò che questo comporta - continua Melissa -. In questo momento sto cercando di vivere una relazione sentimentale con un'altra persona, di vivere un po' di pace e serenità. Penso che questa non sia una colpa". "Penso che chiunque possa vivere un momento difficile nella propria carriera - prosegue -, ma questo non va riversato sulla persona con cui si sta. Non concepisco questo tipo di ignoranza e vorrei dire basta a questi leoni da tastiera ". Ma la Satta non se la prende solo con i social, nel mirino finiscono anche alcuni giornali. "Ho visto una testata anche importante con un titolo surreale: 'Melissa porta sfortuna a Berrettini'. Ma perché?" si domanda.