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Caso Bikinioff, stop dal garante dell'Infanzia del Lazio: "Non è una ragazzata, parlerò a scuola e con i genitori"

Dopo le 27 segnalazioni sulle studentesse "spogliate" via chat tramite la nuova App, due quattordicenni della provincia di Roma risultano indagati per produzione di materiale pedopornografico

Ansa

E' Roma, per ora, la capitale di Bikinioff, l'app che spopola tra gli adolescenti e che permette di "spogliare" le compagne di classe attraverso modifiche delle foto e diffondere i nudi via chat. Ventisette le segnalazioni da Natale e due, finora, i 14enni indagati per produzione di materiale pedopornografico. Reato grave e situazione fuori controllo. A tal punto il fenomeno è diffuso nelle scuole, soprattutto medie, che interviene il garante dell'Infanzia della Regione Lazio Monica Sansoni. "Non è una ragazzata - afferma su La Repubblica. - Riceviamo almeno due segnalazioni a settimana su vari modi di creare immagini pornografiche". E passa all'azione: "Ho organizzato incontri formativi nelle scuole, nelle parrocchie, nei gruppi sportivi, con il progetto 'Genitori al centro, missione adolescenza': gli adulti non hanno la giusta preparazione sul mondo virtuale che i loro figli frequentano". Il secondo passo sarà fatto verso la formazione dei ragazzi stessi.

Cos'è Bikinioff?  Usato su Telegram, Bikinioff è un sistema nato in Francia da un'evoluzione della piattaforma social BeReal e si è diffuso nel 2022 in tutto il mondo con numeri di download da record tra i ventenni. L'App crea automaticamente, rielaborando immagini vere e partendo solitamente da pose in costume, nudi falsi ma molto realistici e non ha limitazioni per età. Si definisce tecnicamente "bot", da robot: sfrutta, cioè, l'intelligenza artificiale ed è in grado di replicare azioni in automatico. Ma ora l'App sotto accusa potrebbe avere le ore contate.

I 27 casi di Roma  L'allarme Bikinioff è esploso a Roma. I due quattordicenni della provincia indagati per produzione di materiale pedopornografico dopo aver creato con il bot le foto nude di cinque compagne di classe delle medie rendono l'idea del fenomeno e della sua gravità. "Molti presidi ci hanno segnalato studenti che pubblicano queste foto durante le lezioni. Mentre noi adulti siamo fermi a TikTok, i ragazzi sono già oltre", sottolinea Monica Sansoni, garante dell'Infanzia del Lazio, su La Repubblica.

"Tanti genitori - aggiunge - scoprono sul cellulare dei figli l'app Bikinioff e vengono da noi perché non comprendono cosa sia. Non si devono demonizzare i cellulari, vanno conosciuti".

Come agire, allora? Non solo corsi formativi per adulti, ma anche incontri nelle scuole. "Andrò a parlare con gli studenti nella classe della provincia di Roma per capire cosa sta succedendo. Li guarderò negli occhi. E' fondamentale fare sentire il supporto sia alle vittime sia agli autori - conclude il garante. - Si sta studiando come fare per disciplinare gli ingressi. Lavoriamo a stretto contatto con Corecom Lazio e si stanno istituendo progetti per proporre qualcosa di innovativo".

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