duplice omicidio?

Bologna, ex medico della Virtus arrestato: indagato anche per la morte della suocera

Giampaolo Amato avrebbe usato lo stesso modus operandi usato per uccidere la moglie il 31 ottobre 2022

Il medico di Bologna Giampaolo Amato, che ha lavorato nella Virtus Pallacanestro, risulta indagato anche per la morte della suocera, Giulia Tateo, morta 22 giorni prima della figlia. Emerge dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Claudio Paris, dove si sottolinea però che gli esiti medico-legali su questo secondo caso di possibile omicidio con somministrazione di farmaci sono da intendersi "come preliminari e necessitanti di indagini di conferma". Le analisi sono "risultate positive a Midazolam e al suo metabolita", ed è emerso anche il sospetto della presenza di sevoflurano nel prelievo di polmone. Amato è accusato di aver ucciso, con un mix di farmaci, la moglie di 62 anni, Isabella Linsalata, il 31 ottobre 2022, in quello che era sembrato inizialmente un decesso per morte naturale.

Indagine andata avanti grazie alla sorella e a due amiche della vittima -

 Isabella Linsalata, 62 anni, sospettava fin dall'inizio del 2019 che il marito le somministrasse a sua insaputa sostanze tossiche, anche se escludeva che l'uomo volesse in quel modo ucciderla. Lo evidenzia il Gip Claudio Paris, che ha disposto la custodia cautelare in carcere per Giampaolo Amato, accusato dell'omicidio premeditato della moglie. Tutto questo emerge da una serie di elementi, a partire proprio dalle dichiarazioni della sorella e di due amiche, con le quali la vittima non solo si confidava, ma assunse iniziative "per fugare i propri dubbi al riguardo". Ed è soprattutto "grazie alla lungimiranza, al senso di protezione (prima) ed all'ostinata ricerca della verità (poi) serbati in particolare da queste tre donne, che non l'hanno mai abbandonata, che si dispone oggi di accertamenti di tipo tecnico formatisi ben prima del suo decesso", sottolinea il giudice, parlando di "prove a futura memoria", raccolte da Isabella e dalle tre donne, come nel caso della bottiglia di vino conservata dalla sorella.

Tracce di Midazolam in una bottiglia di vino conservata dalla sorella -

 Bottiglia di vino, bevuta nel maggio 2019, in cui sono state trovate tracce di Midazolam, la stessa sostanza poi rilevata dal medico legale nell'autopsia. La bottiglia è stata conservata e consegnata agli investigatori dalla sorella della vittima. L'episodio emerge dagli atti che hanno portato all'arresto per omicidio premeditato: l'ipotesi è infatti che Amato abbia organizzato una "complessa macchinazione", spiega il Gip Claudio Paris, che ha provocato la morte della donna con sostanze con ogni probabilità sottratte nei giorni precedenti da uno degli ospedali dove lavorava come medico. Il 19 maggio 2019 la 62enne era stata trovata dalla sorella in condizioni particolari: "Sembrava che fosse un po' ubriaca e rimbambita", ha riferito poi. Isabella aveva detto alla sorella che il vino che aveva bevuto a cena era amarissimo (cosi come lo erano le tisane preparate dal marito nei giorni precedenti). A quel punto la sorella aveva recuperato la bottiglia in questione, trovata, già lavata, nel bidone del vetro. Dopo aver saputo ha cercato quindi di far analizzare la bottiglia, non trovando però laboratori idonei. A marzo 2022 la bottiglia è stata sequestrata dagli inquirenti e analizzata, con esito positivo.

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