CONFESSIONI INTIME

Sandra Milo: "Sono una peccatrice ma Dio mi ha fatto un miracolo"

L'attrice si racconta in un'intervista, dal rischio di perdere sua figlia al grande amore con Federico Fellini

Sandra Milo ha da poco compiuto 90 anni e guarda alla sua vita con gratitudine. In una lunga intervista a Sette si racconta con grande schiettezza e sincerità, rivivendo gli amori (come quello con Federico Fellini), i dolori, le gioie e le soddisfazioni. "Per la religione sono una peccatrice. Per la legge una persona condannabile. Eppure Dio mi ha fatto il miracolo", ha detto a proposito della nascita di sua figlia Azzurra De Lollis, dichiarata morta subito dopo il parto ma salvata in extremis da una suora. 
 

Sandra Milo ha raccontato della nascita della sua terzogenita, nel 1970: "Mia figlia Azzurra è nata di sette mesi. Nasce viva, e muore subito. La dichiarano morta. Chiudono questa creatura piccolissima in una copertina, lo ricordo bene", racconta la grande attrice. "Dopodiché arriva una suora, Suor Costantina che chiede al professore di darle la bambina, lui la caccia, lei rimane, finché il professore non gliela dà. In una stanza, Suor Costantina pratica la respirazione bocca a bocca, il massaggio cardiaco. E prega. Prega Madre Maria Pia Mastena. Prega, prega, senonché la bambina ha un sussulto, piange", ricorda. Poi prosegue: "Azzurra sta tre mesi in ospedale. Io me la vado a vedere ogni giorno: piccolissima laggiù, nell’incubatrice. Passati tre mesi non ce la faccio più, urlo ai dottori che me la devono dare. Pesava un chilo e sette. Un dottore buono capisce che sì, toccava a me. Me la danno. Per un anno non mi sono mai separata da lei. Nel tempo l’ho osservata, avevo paura che non camminasse, che qualcosa in lei non andasse. Suor Costantina mi dice: 'tranquilla, il miracolo Dio te lo ha fatto per intero'".

L'amore con Federico Fellini -

 Sandra Milo nella lunga intervista ripercorre anche le fasi della storia d'amore con Federico Fellini. Si incontrano a Roma dove lei si era trasferita con il secondo marito Moris Ergas e iniziano a frequentare il regista e Giulietta Masina. "Ci frequentiamo. Loro invitano a cena noi, noi loro. Ci facciamo regali", ricorda di quel periodo. A proposito del sentimento con Fellini spiega: "Io m’innamoro di Federico subito, lui no", poi arriva il primo bacio. "A Cinecittà, in un camerino. Lui mi bacia e io svengo. Lui dice: 'ma che bambocciona, una come te, svenire per un bacio'". Un rapporto molto particolare il loro, vissuto sempre nell'ombra: "In diciassette anni non abbiamo mai dormito insieme. Ci vedevamo di giorno, in genere nel suo studio". Poi è arrivato l'addio: "La fine della storia non è stata la fine del sentimento. Dopo diciassette anni di amore clandestino lui mi propone di lasciare tutto, e andarcene noi due in America. Ho detto 'no' per paura che più avanti si pentisse".

L'infanzia di Sandra Milo -

 Sandra Milo nel corso della lunga intervista ripercorre anche la sua infanzia, caratterizzata da una povertà estrema. "Sfollate in un paesino toscano, Ruota, non avevamo niente, ma niente per davvero, neanche da mangiare", a detto, ricordando un aneddoto: "A valle c’era questo campo di grano maturo che nessuno aveva raccolto perché minato dai tedeschi. D’un tratto mia mamma e altre due mamme di bambini decidono di andare. Prendono forbici, sacchi e vanno".

Un grande dolore -

  Sandra Milo si è sposata per la prima volta quando aveva 15 anni. Un amore durato poco, e segnato dal dramma della perdita di un figlio." Rimango incinta ma a sette mesi perdo il bambino. Torno da mia madre. Per un lungo periodo sto male, non mi alzo dal letto. Mi danno la morfina". Un lungo periodo di dolore dal quale ha trovato la forza di uscire: "Un giorno di primavera, mi alzo e chiedo alla nonna di farmi un vestito. Lei stacca una tenda di casa con cui mi cuce il vestito". E poi un nuovo amore: "Mi fidanzo con un ragazzo più grande, trent’anni lui, sedici io. Lui mi porta a Milano dove lavoro come modella. In seguito mi trasferisco a Roma per fare l’attrice. Ero minorenne, facevo tutto quello che non si poteva fare, stare con un uomo grande, guidare. Ero felice. Volevo vivere".

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