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Pasqua, in 20mila al Colosseo per la Via Crucis senza il Papa | L'ambasciatore ucraino contro la testimonianza di un giovane russo

Il Pontefice, che ha scelto come titolo della celebrazione "Voci di pace in un mondo di guerra", ha seguito la celebrazione da Santa Marta

Papa Francesco non ha partecipato alla Via Crucis che si è tenuta al Colosseo, dove erano presenti oltre 20mila fedeli, ma ha seguito la celebrazione da Casa Santa Marta per via del freddo intenso di questi giorni. Il Pontefice ha scelto di mettere sotto la stessa croce ucraini e russi. Lo scorso anno, per questa stessa scelta, ci fu un'ondata di polemiche, fino alla convocazione dell'ambasciatore della Santa Sede da parte del governo di Kiev. E anche quest'anno a stretto giro è arrivato il commento di disappunto dell'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede Andrii Yurash.

Fotogallery - Pasqua, al Colosseo la Via Crucis senza Papa Francesco

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Il racconto del ragazzo ucraino e di quello russo  Se alla Via Crucis del 2022  a rappresentare Russia e Ucraina erano due amiche che vivono a Roma e lavorano nello stesso ospedale, quest'anno sono stati due giovani a raccontare la loro esperienza. Il primo è scappato da Mariupol con la sua famiglia ma poi è tornato in Ucraina e ha parlato della distruzione e della paura ma anche dell'incoraggiamento da parte della nonna: "Vedrai passerà tutto. E con l'aiuto del buon Dio tornerà la pace". "Io invece, sono un ragazzo russo, mentre lo dico sento quasi un senso di colpa, ma al tempo stesso non capisco perché e mi sento male due volte. Spogliato della felicità e di sogni per il futuro", è stata la testimonianza dell'altro giovane che ha perso nella guerra il fratello e non sa più niente del papà e del nonno che sono stati, anche loro, chiamati al fronte.

L'ambasciatore ucraino contro il racconto del ragazzo russo  "Dimentica di dire - ha commentato l'ambasciatore di Kiev presso il Vaticano - che i suoi parenti sono andati in Ucraina per uccidere non solo il padre del ragazzo ucraino ma tutta la sua famiglia, e non viceversa".

La scelta di vedere nella Via Crucis ucraini e russi insieme conferma tuttavia la linea diplomatica della Santa Sede, alla ricerca della pace attraverso il dialogo con entrambe le parti. E' per questo che il Papa dice che andrà a Kiev solo quando potrà andare anche a Mosca e dunque quando si potrà davvero immaginare un cammino di pace.

"Voci di pace in un mondo di guerra"  "Voci di pace in un mondo di guerra" è il titolo della Via Crucis che rievoca tante testimonianze di rifugiati. C'è la voce della donna della Repubblica Democratica del Congo che ha vissuto la prigionia nella foresta del Nord Kivu, dove imperversa la guerra civile, e dove fu anche ucciso l'ambasciatore italiano Luca Attanasio, per l'omicidio del quale oggi sono state condannate all'ergastolo sei persone.

C'è la donna di Qaraqosh, Iraq, che ha visto il figlio ucciso in un raid dell'Isis. C'è la voce della suora del Sud Sudan che ha ricordato a febbraio di quest'anno, nell'incontro a Juba con il Papa, la consorella missionaria uccisa in un attentato. Ci sono poi le storie dei migranti dall'Africa e dal Medio Oriente, con il racconto da un centro detentivo della Libia, "il peggior posto al mondo", sottolinea un testimone. E ancora una testimonianza, proprio nella prima stazione, dalla Terra Santa, che vede proprio in queste ore l'acuirsi delle tensioni. 


Quando Giovanni Paolo II saltò l'appuntamento al Colosseo   C'è un precedente nell'assenza di Papa Francesco al Colosseo. Nel 2005 Giovanni Paolo II, a causa delle sue condizioni di salute, fu costretto a saltare l'appuntamento del Venerdì Santo. Il Pontefice polacco fu inquadrato nella sua cappella privata. Anche alla Domenica delle Palme il Papa si era mostrato sofferente: si affacciò dalla finestra di San Pietro per la Benedizione senza parlare. La Domenica di Pasqua, poi, non celebrò la Messa. Il messaggio "Urbi et Orbi" fu letto dal cardinale Sodano. 

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