Nel 2016 uccise a colpi di pistola ad Arzana, in provincia di Nuovo, i due nipoti per una questione legata a una eredità. Per questo Giuseppe Doa, 90 anni, che deve scontare ancora 29 anni e quattro giorni di reclusione, è stato arrestato dai carabinieri a Costa Rei, dove era domiciliato e sottoposto all'obbligo di dimora. L'anziano aveva fatto ricorso, poi respinto, in Cassazione. Ora andrà in carcere.
Le vittime, due fratelli di 43 e 45 anni, si chiamavano Roberto e Andrea Caddori. Peppuccio Doa, dopo aver sparato ai parenti, si diede alla fuga fino alla sua cattura.
I militari hanno eseguito nei suoi confronti un ordine di esecuzione per la carcerazione in esecuzione della sentenza emessa dalla Corte d'Assise d'Appello di Cagliari in riforma di una precedente sentenza del 2020 della Corte di Assise del capoluogo sardo. I carabinieri hanno prelevato l'anziano a casa sua per portarlo in carcere dove sarà uno dei detenuti più anziani d'Italia.
Lite per l'eredità -
Il 10 agosto del 2016 Peppuccio Doa litigò con i nipoti, con cui si doveva vedere per discutere e chiarire questioni legati all'eredità. Doa era convinto che sua sorella Maria volesse intestare alcuni suoi beni alla badante, quest'ultima sorella delle vittime. La lite sfociò poi nella tragedia: da casa i tre uomini si scontrarono nelle strade di Arzana. I legali di Doa hanno sempre insistito sull'eccesso di legittima difesa, sostenendo che l'anziano, temendo di essere sopraffatto dai nipoti più giovani, avrebbe usato l'arma unicamente per difendersi. Ora presenteranno appello contro il nuovo arresto.