Divieto di accesso

Luoghi proibiti: i siti del mondo vietati alle donne (o agli uomini)

A volte per motivi religiosi, altre per sicurezza o per curiose tradizioni: i posti che si possono visitare solo… sesso permettendo

Ci sono ancora luoghi proibiti a seconda del sesso di appartenenza: sembra incredibile ma è vero, anche nel Terzo Millennio, e non solo in zone remote e poco civilizzate del mondo. In alcuni casi a vietare l’accesso a uomini o donne sono antiche tradizioni e norme legate alla religione; in altri casi si tratta di barriere alzate a ragion veduta per preservare la sicurezza o la serenità di persone minacciate da aggressioni esterne. In ogni caso si tratta di luoghi interessanti e curiosi, resi ancora più affascinanti dal senso del proibito. Ecco allora dieci luoghi no entry, da visitare… sesso permettendo.

LUOGHI VIETATI ALLE DONNE

MONTE ATHOS, Grecia - È di gran lunga il più celebre e il più vicino al nostro Paese. Pur essendo stato dichiarato Patrimonio Culturale dell’Umanità nel 1998, il che imporrebbe la sua fruibilità a tutti, si trova in una zona inaccessibile e richiede un permesso speciale anche si visitatori di sesso maschile: ne sono infatti ammessi non oltre 200 l'anno. Il divieto risale all'XI secolo per salvaguardare la concentrazione delle comunità di religiosi che vi risiede. Unici esseri viventi con DNA femminile sono le gatte, indispensabili per cacciare i topi. 

TEMPIO DI AYYAPPAN, Sabarimala, India - Il tempio, situato nello Stato di Kerala, in India, è un luogo sacro per gli Induisti e interdetto a tutte le donne in età tra i 6 e i 60 anni, per escludere con certezza la presenza di femmine in età fertile.  Tutto questo avviene a causa del Dio Ayyappan, a cui è consacrato il tempio: il dio è votato alla castità, ragion per cui si considera non appropriata la presenza nel suo tempio di donne in età feconda.    

HAJI ALI DARGAH, Mumbai, India - Un altro luogo sacro, anche stavolta in India: ancora oggi molti luoghi di culto non consentono alle donne di accedere ai santuari. In questo caso il permesso è stato concesso solo per un periodo limitato di tempo ed è stato revocato nel 2012.       

MONTE ŌMINE, Giappone - Il Monte Ōmine, entrato a far parte dei Patrimoni Mondiali dell'Unesco nel 2004, continua ad essere interdetto alle donne a causa di un antico divieto. Solo gli uomini, infatti, possono camminare per i sentieri rocciosi che, inerpicandosi su una montagna considerata sacra, conducono al tempio buddista posto sulla cima. Le donne, anche in questo caso, rappresenterebbero una distrazione e una tentazione per i monaci e per i pellegrini diretti al tempio.   

STADI DI CALCIO, Iran - In questo caso, per fortuna, il divieto è stato revocato nel 1919: fino a quella data in Iran nessuna donna poteva accedere agli stadi, neanche se accompagnata dal marito o da un parente di sesso maschile. Il motivo del divieto stava nel fatto che alle donne non è concesso stare a contatto con uomini non parenti.       

LUOGHI VIETATI AGLI UOMINI

FORESTA DI MANGROVIE, Papua, Indonesia - Nella provincia indonesiana di Papua esiste un tratto di foresta di mangrovie interdetta ai membri del sesso forte.  Si tratta di una zona in cui una comunità femminile si riunisce per pescare molluschi, mentre gli uomini si occupano di pesca in mare. La pesca dei molluschi è redditizia e di grande importanza economica e, dato che per lavorare le donne si liberano dei vestiti, gli uomini devono stare alla larga, pena una multa piuttosto salata.      

SPIAGGIA EL PEDOCIN, Trieste - Il suo nome “El Pedocin”, in dialetto significa pidocchio , ma il lido è conosciuto anche come “Spiaggia della Lanterna”: si trova a Trieste ed è probabilmente l'unico tratto di arenile in Europa ancora diviso rigidamente per sesso. Un muro divide la spiaggia in due zone, ciascuna delle quali ha un accesso separato: una è riservata a donne e bambini sotto i 12 anni. e l’altra agli uomini. La divisione è valida anche in acqua e, per accedere alla sezione del sesso opposto, è necessario un permesso speciale.  

VILLAGGIO UMOJA, Kenia - Questo villaggio kenyota "women only", nato nel 1990 per iniziativa della matriarca Rebecca Lolosoli, non è legato a tradizioni culturali o religiose locali, ma nasce dalla triste necessità di offrire ospitalità e rifugio alle donne in fuga dagli abusi sessuali e per questa ragione gli uomini sono banditi dal villaggio. Nel corso del tempo alla popolazione si sono aggiunte le donne vittime di mutilazione genitale o violenze di altro tipo.   

TEMPIO DELLA DEA SARASVATI, Rajasthan, India - In India sono numerosi i luoghi in cui si applicano restrizioni di gender.  Uno di questi è il tempio dedicato alla dea Saraswati, moglie del dio Brahma, nel quale non possono entrare gli uomini sposati. Il divieto è legato a un episodio della mitologia induista: la storia riferisce che Brahma doveva compiere un rituale con Saraswati, ma lei tardò a presentarsi, per cui il dio si rivolse a un’altra dea, Gayatri. Saraswati, al suo arrivo, si infuriò al punto di maledire il tempio e tutti gli uomini ammogliati che lo avrebbero visitato.    

SUPERSHE ISLAND, Finlandia – Una struttura "women only" riserva al gentil sesso un'intera piccola isola lungo le coste finlandesi. A dare vita a SuperShe Island è stata Kristina Roth, americana di origini tedesche; SuperShe Island è un luogo di vacanza, ma anche un progetto e un "campus" in cui si lavora su se stesse e si ha la possibilità di intraprendere nuovi percorsi lavorativi. Insomma, si migliorano il corpo e la mente, rigorosamente alla larga da persone di sesso maschile.