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La pioggia non basta: è emergenza per le coltivazioni

L’agricoltura è in ginocchio e sono sempre più numerosi i coltivatori costretti a una riconversione produttiva, mentre non è più rinviabile l’urgenza di aumentare la capacità di raccogliere l’acqua piovana, che ad oggi a livello nazionale si ferma al solo 11%

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Educare al risparmio dell’acqua, curare la rete di distribuzione, migliorare la gestione dei terreni e costruire nuovi invasi in grado di trattenere l’acqua piovana. Sono solo alcune delle direttive legate all’allarme siccità nel nostro Paese, considerando che le riserve idriche sono inferiori di oltre il 13% rispetto a quelle di un già siccitoso 2022. L’agricoltura è in ginocchio e sono sempre più numerosi i coltivatori costretti a una riconversione produttiva, mentre non è più rinviabile l’urgenza di aumentare la capacità di raccogliere l’acqua piovana, che ad oggi a livello nazionale si ferma al solo 11%.

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Come spiega Lorenzo Bazzana, Responsabile Economico Coldiretti: “I comparti maggiormente colpiti ovviamente sono quelli soprattutto del Nord dell’Italia, in cui abbiamo la produzione di quelle che sono alcune delle eccellenze del nostro agro-alimentare. Quindi la Pianura Padana con il fiume Po e tutta l’area circostante. Queste zone trovano una carenza idrica particolarmente evidente e pesante, e che comporta conseguenze importanti soprattutto per le nostre produzioni cerealicole d’eccellenza. Ad esempio il riso, il frumento e la filiera zootecnica, che si alimenta appunto del foraggio, soprattutto mais che viene coltivato nella Pianura Padana, e quindi a rischio ci sono anche i nostri prosciutti e formaggi d’eccellenza”.

Le precipitazioni, seppur minime, previste per aprile e maggio potrebbero contribuire a salvare le semine primaverili. Ma restano 300.000 le imprese più colpite dall’emergenza siccità nel Centro-Nord. E da qui ai prossimi mesi difficilmente la situazione potrà migliorare, giacché servirebbe pioggia continua per oltre 40 giorni.

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Come ci illustra Andrea Giuliacci, meteorologo Meteo.it: “Quali saranno le conseguenze di questa grave siccità sulla nostra estate? Chiaramente avremo problemi con l’acqua, anche perché mancando molta della neve normalmente attesa, mancherà quell’acqua da disgelo che di solito riempie i fiumi a inizio estate. Ma non solo, perché quando l’inverno e la primavera sono particolarmente siccitosi, purtroppo le stagioni estive risultano davvero molto calde. E purtroppo in futuro dovremo abituarci sempre di più, perché con il cambiamento climatico e con il surriscaldamento del Pianeta, i gravi periodi di siccità diventeranno sempre più frequenti”.

Da qui la necessità di un piano idrico straordinario, in grado di programmare gli interventi e le priorità sfruttando anche le nuove tecnologie. 

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