L'INTERVENTO DEL MINISTERO

Gite scolastiche, la metà degli studenti non riesce a partire? In arrivo 50 milioni

L’iniziativa del Ministero mira a garantire, per l’anno scolastico 2023/2024, lo svolgimento delle attività, specie agli studenti provenienti da famiglie con situazioni economiche svantaggiate

© Ufficio stampa

La metà degli studenti delle scuole secondarie quest'anno salterà l’appuntamento con il viaggio d'istruzione. L'inflazione e il rincaro dei prezzi, infatti, si sono abbattuti in modo pesante anche sui costi delle gite scolastiche che prevedono il pernotto fuori casa. Con l’aumento generalizzato della spesa per alberghi, mezzi di trasporto e pasti che è in parte responsabile della rinuncia di tantissimi alunni.

Un fenomeno di cui si è parlato diffusamente nelle ultime settimane, confermato anche dal recente osservatorio di Skuola.net sui viaggi scolastici, da cui sono emerse tutte le difficoltà - di natura logistica ed economica - che stanno incontrando famiglie e scuole nell'organizzazione dei viaggi d'istruzione.

Anche se non è l’unica causa che concorre alla contrazione delle partenze: non vanno dimenticati motivazioni disciplinari, mancanza di docenti disponibili e scelte individuali di studenti e famiglie. Tuttavia, i costi superiori al passato sono sicuramente una delle principali motivazioni e, proprio per questo, il Ministero dell'Istruzione e del Merito intende correre ai ripari. Per arginare il problema, il Ministro Valditara ha già annunciato che, per l’anno scolastico 2023-204, verranno stanziati 50 milioni di euro per mettere gli istituti nelle condizioni di poter coinvolgere quanti più studenti possibile nelle gite.

Il MIM stanzia 50 milioni per le gite scolastiche: un fatto inedito

Si tratta di una vera e propria novità: non era mai successo che il Ministero dell'Istruzione assegnasse dei fondi dedicati ai viaggi d'istruzione. Una piccola rivoluzione che, però, si è resa necessaria alla luce di quanto avvenuto in questo settore nell'ultimo triennio, con le gite scolastiche che sono state gravemente flagellate: il Covid, prima, e la crisi dei prezzi, poi, hanno compromesso fortemente le attività didattiche. E a pagarne le spese sono stati soprattutto i ragazzi e le ragazze, che hanno visto allontanarsi uno dei momenti più memorabili nella vita di ogni studente. Per questo, ora il MIM intende spingere verso un cambio di rotta. Con le risorse che, in prima istanza, saranno destinate ai ragazzi provenienti da famiglie meno abbienti.

“La difesa del diritto allo studio è una priorità per il Ministero dell’Istruzione e del Merito”, ha sottolineato il Ministro Valditara, “e presuppone la partecipazione di ogni giovane, senza che sia di pregiudizio la propria condizione sociale, a tutte le esperienze formative offerte dalla scuola. Tra queste rientrano a pieno titolo i viaggi d’istruzione e le visite didattiche, importanti occasioni di apprendimento e di crescita umana e civica. È per questo che sosterremo concretamente il ritorno al loro pieno utilizzo, nel rispetto dell’autonomia scolastica, anche per raggiungere un completo recupero della socialità dei ragazzi dopo le limitazioni imposte dalla pandemia”, ha spiegato il numero uno del MIM.

Il Ministro Valditara, inoltre, ha rassicurato sull'imminente adozione di un avviso pubblico atto a individuare le scuole dove distribuire le risorse. Gli istituti – si legge nel comunicato del Ministero – verranno selezionati nell'ambito dello stanziamento del “Fondo per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa e per gli interventi perequativi”, istituito dalla legge 440/1997. Alla base della selezione, una serie di criteri oggettivi e trasparenti volti a individuare le situazioni familiari di maggiore criticità economica, tramite anche una “puntuale ricognizione dei fabbisogni delle famiglie che beneficeranno del contributo” svolta dalle scuole.

Mobilità studentesca: 150 milioni dal PNRR in tre anni

Ma non è tutto. Il Ministro ha voluto anche allargare l’orizzonte, puntando a un parallelo potenziamento del programma Erasmus nelle scuole. Scambi, esperienze internazionali, confronto con coetanei provenienti da altre realtà: tante le occasioni di crescita per studentesse e studenti, in particolar modo per tutti coloro che hanno le possibilità economiche di sostenere questo tipo di viaggi. In quest’ottica, Valditara ha reso noto che - con decreto del Ministro dell’Istruzione e del Merito - ben 150 milioni del PNRR saranno destinati agli scambi internazionali scolastici dei prossimi tre anni, incrementando così le attuali risorse annue, pari a circa 39 milioni di euro. Infine, il titolare del dicastero dell’Istruzione, ha evidenziato il decreto del MIM dello scorso 27 marzo, grazie al quale hanno preso il via diverse attività formative di orientamento all’estero rivolte alle scuole di Abruzzo, Molise e Sardegna. Un tema che, evidentemente, sta molto a cuore, visto che già in tempi non sospetti lo stesso Valditara aveva rivendicato nelle sedi europee la necessità di potenziare gli scambi scolastici tra giovani, per favorire la crescita personale degli studenti e l’integrazione con realtà diverse.

Skuola.net: solo la metà degli studenti farà il viaggio di istruzione

Tornando invece alla questione gite scolastiche, come detto, è stato il portale studentesco Skuola.net a lanciare ufficialmente l’allarme. Secondo i dati raccolti a fine marzo 2023, su un campione di 3.500 alunni delle scuole medie e superiori, a oggi solamente il 18% pare aver già svolto la gita scolastica della durata di più giorni. A cui va aggiunto un 30% che ce l’ha comunque programmata nei prossimi due mesi. Per tutti gli altri, niente da fare: per il 17% tutto tace sul fronte organizzazione (giunti a questo punto dell’anno è davvero improbabile che si concretizzi qualcosa). Mentre a quasi un terzo (28%) la scuola ha già comunicato che quest’anno non ci sarà nessun viaggio. E poi ci sono quelli che non andranno per scelta personale o della famiglia: sono quasi 1 su 10. Senza contare chi non si potrà neanche consolare con la visita di un giorno, dalla mattina alla sera: oltre un quarto (28%) già ha messo in preventivo che non farà nemmeno quella.

Ma perché non si parte più con la scuola? Molti studenti raccontano che la causa principale rimane il rifiuto dei professori di accompagnare le classi (34%). Ma in quasi 1 caso su 4, dietro ci sono proprio questioni economiche, esplicite (il 15% fa notare che la gita sarebbe costata troppo) o implicite (il 7% dice che non si è raggiunto un numero sufficiente di partecipanti). Una quota maggiore anche rispetto a quanti sono stati fermati per motivi disciplinari (17%). Il peso dei costi di viaggio, inoltre, impatta notevolmente anche sugli itinerari di quei fortunati che, in gita, ci andranno o ci sono già stati. In un quarto delle situazioni (26%) il fattore determinante nella scelta della meta è stato proprio il budget ridotto. E, più in generale, la spesa finale è stata presa in grande considerazione in 2 casi su 3.