Dior e l'India, un legame che ha radici profonde. È un omaggio allo spirito visionario di Monsieur Christian e dei suoi successori la collezione per il prossimo autunno portata in passerella a Mumbai. A fare da location alla sfilata, un posto spettacolare e suggestivo: il Gateway of India, il portale monumentale eretto per celebrare l'approdo dei reali inglesi, re Giorgio V e la regina Maria, avvenuto nel 1911.
Gli archivi Dior rivelano modelli ispirati alla ricchezza culturale di questo Paese già negli anni Sessanta, quando l'allora direttore artistico Marc Bohan viaggiava tra Delhi e Mumbai. Il pensiero corre anche a Gianfranco Ferré, direttore creativo della maison dal 1989 al 1996, che ha dedicato all'India (dove aveva anche vissuto) un'intera collezione. E a John Galliano, alla guida di Dior dal 1996 al 2011, che si era lasciato ispirare dai preziosi gioielli stile Raj per la collezione primavera estate 1998. In passerella, per il prossimo autunno, forme di abbigliamento che sembrano rimaste intatte nel tempo. Sofisticati cappotti da sera, gonne dritte ispirate ai tradizionali sari, tagli indiani che si colgono anche nei pantaloni, nei boleri, nelle giacche, nei top.
Anche questa sfilata di Dior racconta un percorso che guarda al futuro ma che attinge anche dal ricchissimo patrimonio della maison. In questa collezione, che celebra la ricchezza culturale dell'India e il suo ricco e ammirevole savoir-faire, spiccano le sete colorate nei toni del verde, del giallo, del rosa e del viola. Forme geometriche incorniciano d'oro le paillettes e gli strass d'argento. Per la direttrice creativa Maria Grazia Chiuri ogni capo è un'opportunità per tessere nuove connessioni tra artigianato, tradizioni ancestrali e innovazione.