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Rimini, bimba disabile senza assistenza a scuola, la mamma: "Da due anni trascorro tutte le mattine in classe con lei"

"Senza la possibilità di potermi allontanare da mia figlia neanche un minuto, ho dovuto rinunciare al lavoro. Non possiamo continuare così", dice la donna

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Da aprile 2021, e cioè da quando la figlia disabile ha iniziato la scuola materna, trascorre tutte le mattine in classe con la bimba, in una scuola dell'infanzia in provincia di Rimini, per farle da infermiera perché mancano l'assistenza "infermieristica di 40 ore settimanali ed educativa per l'autonomia e la comunicazione di 16 ore (diritto per gli studenti disabili)". È la storia di una 50enne, Anna Pagano, mamma di una bimba che da quando ha 8 mesi è portatrice di tracheostomia e Peg (gastrostomia endoscopica percutanea). Lo riporta il Resto del Carlino.

Secondo quanto riporta il quotidiano, infatti, la bimba è nata quando la mamma era al quinto mese di gravidanza e in ospedale è stata colonizzata da tre batteri. Per salvarle la vita, è stata necessaria l'incisione chirurgica della trachea.  

Da inizio anno, la bambina riceve l'assistenza infermieristica predisposta dal Comune di residenza, ma non è abbastanza. "È di otto ore settimanali, dopo che solo dallo scorso settembre era stata attivata e inizialmente per appena tre ore e mezza la settimana", dice Anna.  

"Trascorro le mie giornate al fianco di una fotocopiatrice nei corridoi della materna. Ascoltando musica, guardando il cellulare, ma sempre allerta. Pronta da un momento all'altro a prestare assistenza infermieristica a mia figlia", spiega la donna al Carlino. Non ci sarebbero "fondi a sufficienza per garantire alla mia bambina l'assistenza di cui necessita per stare a scuola e perciò supplisco io a questa mancanza sebbene l'impegno, col tempo che passa, diventa sempre più insostenibile", aggiunge Anna, che ha altri due figli ed è separata.

"Senza la possibilità di potermi allontanare da mia figlia neanche un minuto, ho dovuto rinunciare al lavoro e mantengo la mia famiglia solo attraverso l'assegno unico familiare e la pensione di invalidità", sottolinea la donna, che dichiara di ricevere tanta solidarietà dalla comunità di cui fa parte. "Ma non possiamo continuare così", conclude Anna, chiedendo una soluzione al Comune di residenza e all'Ausl Romagna soprattutto in vista del passaggio alla scuola elementare.

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