Caso pornostar, il Gran giurì incrimina Donald Trump | E' la prima volta per un ex presidente Usa
Il tycoon: "E' una persecuzione politica, questa caccia alle streghe si ritorcerà contro Biden". La Florida non lo estraderà. La polizia di New York in allerta per possibili proteste
Il Gran giurì di New York ha votato per incriminare l'ex presidente Donald Trump per il pagamento di 130mila dollari effettuato dai fondi della sua campagna elettorale nel 2016 alla pornostar Stormy Daniels. Come riportano i media americani, le autorità di New York hanno già notificato l'atto al legale del tycoon che diventa così il primo presidente incriminato nella storia americana. La Florida, ha annunciato il governatore, non estraderà Trump, che si trova a Mar-a-Lago. "La mia incriminazione è una persecuzione politica e un'ingerenza nelle elezioni", ha commentato a caldo lo stesso Trump. "Questa caccia alle streghe contro di me si ritorcerà contro Biden", ha aggiunto. Secondo il suo avvocato, il tycoon potrebbe consegnarsi martedì alle autorità di Manhattan. Trump, ha reso noto la Cnn, 30 capi accusa per frode aziendale.
Cosa prevede la procedura Cosa accadrà ora e quando Trump verrà chiamato a presentarsi alla procura non è ancora chiaro: i dettagli devono essere definiti dal Secret Service con le autorità di New York, anche se il legale dell'ex presidente ha assicurato che il suo assistito si presenterà spontaneamente e si sottoporrà alle procedure del caso, dalle impronte digitali alle foto. In tal caso dovrebbe essergli risparmiata l'umiliazione dell'arresto.
Cosa rischia Trump Con ogni probabilità, l'ex presidente verrebbe poi rilasciato su cauzione, con il giudice che potrebbe fissare delle restrizioni ai suoi viaggi in attesa del processo che potrebbe avere come risultato una semplice ammenda, se verrà considerato un "misdemeanour" (un'infrazione), o una sentenza fino a 4 anno in caso di reato.
Potrà continuare la campagna elettorale Ma la decisione del Gran giurì è destinata ad avere ripercussioni senza precedenti sulla politica statunitense oltre che a influenzare la corsa alla Casa Bianca per il 2024, anche se l'incriminazione, di fatto, non ferma la sua corsa presidenziale. Le leggi americane, riportano i media locali, non prevedono infatti divieti di questo tipo, pur proibendo il voto a chi è stato condannato. Lo stesso Trump aveva preannunciato che avrebbe continuato la sua campagna in caso d'incriminazione.
L'avvocato del tycoon: "Non c'è alcuna base legale" L'avvocato di Trump, Chris Kise, ha dichiarato che l'incriminazione "non ha nessuna base legale", bollandola come "il punto più basso della storia per il nostro sistema di giustizia penale". "Quello che una volta era l'ufficio del procuratore distrettuale più rispettato e venerato della nazione è stato completamente imbastardito da un politico opportunista che cerca, come molti altri, di lucrare sul marchio Trump", ha attaccato il legale in un comunicato alla Cnn. "La totale assenza di una base legale, assieme alla natura politica dell'accusa, dovrebbe spaventare ogni cittadino di questo Paese, indipendentemente dalle loro opinioni su Trump", ha sottolineato Kise.
Il caso Stormy Daniels Le accuse precise non sono ancora note, ma il caso ruota attorno a un presunto pagamento in nero alla pornostar Stephanie Clifford, nota con il nome d'arte di Stormy Daniels, durante la campagna elettorale del 2016 per la Casa Bianca. L'inchiesta portata avanti da Bragg è incentrata sui 130mila dollari che sarebbero stati versati alla donna affinché mantenesse il silenzio su una relazione avuta dieci anni prima con Trump, il cui legale di allora, Michael Cohen, ha ammesso di essersi occupato personalmente della transazione.
Denaro iscritto a registro come spese legali Il denaro, sostiene l'accusa, sarebbe stato successivamente iscritto a registro come "spese legali" in capo alla Trump Organization. Bragg, eletto nel 2021 con il Partito democratico, non ha fornito pubblicamente dettagli sull'inchiesta. Il procuratore, secondo le speculazioni della stampa nazionale, potrebbe accusare Trump non solo di falso in bilancio, ma anche di crimini politici: nel 2016, infatti, era in pieno svolgimento la campagna elettorale per la Casa Bianca che vedeva Trump opporsi alla candidata democratica Hillary Clinton.
Dalla Casa Bianca nessun commento La Casa Bianca, interpellata dal New York Times, non ha commentato l'incriminazione di Trump. No comment anche dal dipartimento di Giustizia, che a sua volta sta indagando sull'ex presidente per le vicende legate all'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 e per i documenti top secret ritrovati a Mar-a-Lago.
L'appello di sabato di Trump L'attenzione sul caso è cresciuta enormemente dopo che sabato 18 marzo lo stesso Trump ha annunciato che sarebbe stato arrestato il martedì successivo, 21 marzo, invitando i suoi sostenitori a protestare vigorosamente contro un'inchiesta definita "una caccia alle streghe".
Trump non si aspettava l'incriminazione Il voto del Gran giurì è arrivato a sorpresa visto che i giurati avrebbero dovuto valutare altri casi e poi prendersi una pausa fino alla fine di aprile. Neanche lo staff di Trump si aspettava una decisione. Il tycoon si trovava nella sua residenza di Mar-a-Lago mentre ha appreso la notizia riguardanti la sua incriminazione.
DeSantis con Trump: "La Florida non accetterà l'estradizione" L'arci-nemico di Trump, Ron DeSantis, si è schierato dalla parte del tycoon incriminato e ha annunciato che la Florida non lo estraderà. "La strumentalizzazione del sistema giudiziario per far avanzare un'agenda politica capovolge lo stato di diritto ed è anti-americana", ha scritto su Twitter il governatore repubblicano. "Il procuratore distrettuale di Manhattan, sostenuto da Soros, ha costantemente piegato la legge per declassare i reati e giustificare condotte criminali. Tuttavia, ora sta forzando la legge per prendere di mira un avversario politico", ha attaccato DeSantis sottolineando che la "Florida non risponderà alla richiesta di estradizione".
Lo speaker della Camera McCarthy: "Abuso di potere, danno agli Usa" "Alvin Bragg ha danneggiato irreparabilmente il nostro Paese nel tentativo di interferire nelle elezioni presidenziali". Così lo speaker della Camera Usa, il repubblicano Kevin McCarth. "Mentre fa scarcerare regolarmente criminali violenti per terrorizzare il pubblico, Alvin Bragg ha armato il ni". ostro sistema giudiziario" contro l'ex presidente, ha attaccato ancora McCarthy. "Il popolo americano non tollererà questa ingiustizia e la Camera terrà conto del suo abuso di potere senza precedenti".
Il figlio Eric: "L'incriminazione è un atto politico" L'incriminazione di Trump è "un atto politico" per impedirne la candidatura. Lo sostiene uno dei figli del tycoon, Eric, su Twitter. "Nessuno è al di sopra della legge. Questa incriminazione è solo l'inizio", ha invece dichiarato Michael Cohen, l'ex legale del tycoon divenuto poi il suo principale accusatore.
Trump jr: "E' una cosa che farebbe impallidire Mao e Stalin" "Questa roba è una cosa che farebbero Mao, Stalin, Pol Pot. Li farebbe impallidire". E' il commento di Donald Trump Jr a proposito dell'incriminazione del padre. Il figlio maggiore dell'ex presidente ha anche rivolto un attacco ai repubblicani che non sostengono il tycoon. "Vedrete che vi succederà quando verranno a cercare voi, perché verranno".
Polizia in allerta per possibili manifestazioni e proteste I repubblicani gridano già allo scandalo e, pur non conoscendo le accuse precise, parlano di una decisione "oltraggiosa". La polizia della Grande Mela è in allerta per possibili manifestazioni e proteste. Le autorità hanno rafforzato le misure di sicurezza intorno al tribunale di Manhattan.
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