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L'impegno dell'Oasi di Sant'Alessio per preservare la biodiversità 

In provincia di Pavia si trova un luogo di straordinaria importanza per la salvaguardia e il ripopolamento delle specie considerate a rischio

Tgcom24

Allontanarsi dalla vita frenetica della città per immergersi nella tranquillità del verde. Nel cuore della Pianura Padana esiste un luogo magico, una vera e propria oasi che racchiude una grandissima varietà di flora e fauna. L'Oasi di Sant'Alessio è un'area naturale protetta situata in provincia di Pavia. Il Parco sorge intorno al Castello di Sant’Alessio e si estende per una decina di ettari. Fondato nel 1973 da Antonia e Harry Salamon, il parco ha rappresentato e rappresenta ancora oggi, a cinquant'anni di distanza, un luogo di straordinaria importanza per la salvaguardia e il ripopolamento delle specie considerate a rischio.

Oasi di Sant'Alessio: una vera e propria oasi che racchiude una grandissima varietà di flora e fauna

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 Oasi Sant'Alessio 
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 Harry Salamon 
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Un'area naturale protetta che dal 1973 rappresenta un luogo di straordinaria importanza per la salvaguardia e il ripopolamento delle specie considerate a rischio estinzione 

"Cinquant'anni esatti fa avevamo in mente un problema che era abbastanza angoscioso perché nessuno al mondo aveva un'idea definitiva su come risolverlo: la natura che ci stava scomparendo tra le mani. Il falco pellegrino era considerato quasi estinto in Europa e in Nord America e altre decine di specie di cui molte iconiche per l'umanità come il Condor della California o il Panda Gigante, stavano scomparendo. Noi avevamo un'idea che condividevamo con poco più di una mezza dozzina di enti che stavano sorgendo in giro per il mondo occidentale, ovvero che si dovesse tentare l'allevamento in cattività delle specie considerate a rischio per la successiva reintroduzione nell'ambiente naturale" racconta Harry Salamon, fondatore dell'Oasi di Sant'Alessio. 

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L’Oasi di Sant’Alessio è stata infatti il primo centro italiano che ha creduto nell’allevamento e nella reintroduzione delle specie a rischio estinzione per la ricostruzione ambientale. "Tutto questo ambiente dell'Oasi è diventato nel tempo l'habitat per esempio per la Cicogna Bianca che mano abbiamo allevato e poi reintrodotto in natura, tanto che oggi nell'Oasi e nei cinquanta metri di raggio circostanti i nidi di cicogna bianca sono più di una ventina" continua Harry Salamon. 

Aperta al pubblico dal 1994, nel corso degli anni l’area si è trasformata in un vero e proprio parco naturalistico-didattico che consente ai visitatori di ogni età d'immergersi totalmente nei diversi ambienti naturali dove vivono tantissime specie di uccelli e animali selvatici, sia autoctoni che tropicali.L’Oasi rappresenta il luogo perfetto in cui riflettere sull’estinzione sempre più preoccupante di molte specie animali e sulla necessità di preservare gli habitat naturali, troppo spesso minacciati e distrutti dall’azione incontrollata dell’uomo.

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