Imprese Vincenti, a Milano il bilancio finale della quarta edizione
A Palazzo Mezzanotte, in Piazza Affari, sono state celebrate le 140 eccellenze imprenditoriali italiane della quarta edizione del programma di Intesa Sanpaolo. E' emersa l'attenzione all'impatto del business, non solo da punto di vista economico ma soprattutto sociale e ambientale
Imprese Vincenti ha concluso il suo lungo percorso a Milano. Dopo l'ultima tappa del roadshow a Torino, nel capoluogo lombardo si è tenuto l'evento finale: un appuntamento per fare un bilancio e celebrare le 140 eccellenze imprenditoriali italiane che hanno dato forma a questa quarta edizione del programma di Intesa Sanpaolo per la valorizzazione delle piccole e medie imprese, e anche per valutare l'impatto del business non solo sull'economia ma anche sulla società e sul territorio.
Imprese Vincenti, le foto dell'evento conclusivo a Milano
Nel cuore del business - Nello scenario di Palazzo Mezzanotte, in Piazza Affari a Milano, si è dunque conclusa, in collaborazione con The European House-Ambrosetti, la quarta edizione di Imprese Vincenti. L'appuntamento milanese, nel cuore della finanza italiana e internazionale, è servito a celebrare le 140 piccole e medie imprese che hanno dato vita a questa edizione del roadshow, con 12 eventi sui territori e due rispettivamente dedicati al terzo settore e all’agribusiness. Ogni evento ha permesso di raccontare storie di successo, ma anche il valore delle idee e delle persone, così come la capacità di far propri obiettivi ESG armonizzati alla strategia d’impresa: La capacità di queste PMI di saper reagire alle incertezze del contesto macro-economico, consiste anche investire in piani di rilancio e trasformazione nei settori chiave indicati dal PNRR: Digitalizzazione e Competitività, Sostenibilità e Transizione ecologica, Innovazione, Ricerca e Istruzione o Welfare e Salute.
L'impatto e l'aspetto sociale dell'economia - Quello che è emerso dalla voce degli imprenditori, infatti, è che l'attenzione non è posta solamente sul business ma anche, e con particolare rilievo, all'impatto che esso genera. Per eccellere, si è detto, un'azienda deve evolversi continuamente. E farlo significa percepire come il ruolo dell'imprenditore stia cambiando, visto che deve essere capace di riconoscere come un valore la vocazione sociale dell'impresa: quest'ultima risponde ai nuovi canoni di attenzione alla sostenibilità non solo ambientale, ma anche al capitale umano, agli sviluppi digitali a servizio dell’impresa e delle persone. Un'azienda di successo, dunque, è quella che sviluppa il business senza dimenticare il benessere comune (in una percezione che forse di è diffusa in modo dirompente dopo la pandemia, ma che ha sviluppato elementi e valori già presenti e oggi al centro delle strategie ESG e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
L'attenzione al welfare, al territorio e all'ambiente - Le Imprese Vincenti, pertanto, sono quelle che investono in formazione, in servizi welfare, in processi rispettosi dell’ambiente e in progetti che danno molta rilevanza all’impatto sociale e alla definizione di qualità del prodotto in virtù della valorizzazione delle risorse del territorio o dei rapporti di filiera con altre aziende collegate. Un'azienda, infatti, impatta anche sul territorio in termini di occupazione, di attrattività e di sviluppo. Le 140 aziende di questo roadshow hanno, appunto, trasmesso il loro senso di responsabilità per quello che è il loro ruolo sociale e non solo economico.
Gli interventi a Palazzo Mezzanotte - L’evento finale di Imprese Vincenti si è aperto con i saluti di Claudia Parzani, presidente Borsa Italiana, e di Virginia Borla, executive director Business Governance Banca dei Territori Intesa Sanpaolo. L'apertura dei lavori poi è stata affidata a Gregorio De Felice, chief economist di Intesa Sanpaolo, poi a Valerio De Molli, managing partner e CEO The European House-Ambrosetti. E' quindi seguita una tavola rotonda su "PNRR e transizione sostenibile e digitale per la crescita e la competitività delle PMI italiane", con gli interventi di Enrico Giovannini, direttore scientifico Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile-ASviS, di Anna Roscio, executive director Sales&Marketing Imprese Intesa Sanpaolo, di Stefano Serra, presidente Fondazione ITS Mobilità Sostenibile, Meccatronica Aerospazio Piemonte, di Marta Testi, amministratore delegato Elite, e di Francesco Ubertini, vicepresidente Fondazione ICSC.
Come sono le imprese vincenti - Federico Pendin, presidente della Fondazione San Nicolò, e Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo, hanno evidenziato come utilità sociale, ricerca del bene collettivo e valorizzazione della comunità siano il terreno comune per essere un'impresa vincente. E di imprese vincenti in questo roadshow ne sono emerse, come detto 140, che saranno inserite in programmi di accompagnamento alla crescita e di visibilità a livello nazionale offerti da Intesa Sanpaolo e dai partner dell’iniziativa (Bain & Company, ELITE, Gambero Rosso, insieme a Cerved e Microsoft Italia, Nativa e Circularity).
Non solo managerialità - Sono proprio queste imprese, infatti, i migliori "testimonial del Made in Italy e della capacità esemplare di cogliere i nuovi stimoli e trasformare la propria visione anche in logica ESG", ha spiegato Stefano Barrese. "Sostenibilità, impatto sulle persone e sull’ambiente, managerialità sono elementi distintivi dell’impresa e sono coerenti con una nuova vocazione, che genera ricchezza economica e sociale", ha aggiunto.
Il contesto economico italiano - Il quadro in cui si muovono queste imprese, con le loro idee e i loro progetti, è un contesto economico caratterizzato, nel 2022, da una crescita significativa del PIL (+3,7%), un risultato superiore alla media dell’Area Euro, raggiunto grazie al rimbalzo del turismo, al traino delle costruzioni (sostenute dagli incentivi alle ristrutturazioni) e alla buona evoluzione dell’industria manifatturiera. E anche le prospettive pe ril 2023 sono buone perché il turismo potrà crescere grazie al ritorno dei turisti extra-europei, mentre la manifattura potrà contare su una ritrovata competitività, forte di un'alta diversificazione e di filiere ramificate a livello locale, secondo un'analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.
la necessità del green e del digitale - Si assisterà però, e non è da sottovalutare, a un rallentamento: peseranno, infatti, l'inflazione ancora elevata, politiche monetarie divenute restrittive e l'incertezza dell’attuale contesto che freneranno i consumi delle famiglie e la propensione a investire delle imprese. Per questo si rivelano cruciali gli interventi in transizione green ed energetica, digitale, innovazione, capitale umano e inclusione sociale.
Rinnovabili e fotovoltaico - Sul fronte energetico, ad esempio, è auspicabile un’accelerazione nell’utilizzo delle energie rinnovabili, per diversificare le fonti e ridurre la dipendenza dall’estero, visto che l'Italia ha raggiunto già nel 2014 il target 2020 sui consumi di energia da fonti rinnovabili (fissato al 17%). La siccità che continua a mettere sotto pressione il comparto idroelettrico, poi, impone di intensificare l'utilizzo delle altre tecnologie, a partire dal fotovoltaico.
Sostenibilità e sicurezza alimentare - La sostenibilità, quindi, è una delle grandi sfide future per l'economia italiana. E tra i settori più interessati è emerso sicuramente quello dell'agroalimentare, che ha dato prova di resilienza nel momento più difficile della pandemia. Nell'attuale contesto diventa ancora più cruciale il tema della sicurezza alimentare, intesa non soltanto come cibo buono e sano ma anche sostenibile e disponibile, a un giusto prezzo, anche per i Paesi meno auto-sufficienti dal punto di vista alimentare.
Ricerca, sviluppo e digitale in Italia - La transizione verso modelli di business più sostenibili richiede una crescente attenzione alla Ricerca e Sviluppo (R&S), all'innovazione e alla digitalizzazione. Da questo punto di vista l'Italia ha mostrato un trend crescente degli investimenti in R&S, passando dai 19,9 miliardi di euro del 2012 (anno di introduzione del credito d'imposta dedicato) ai 29,3 miliardi del 2022 (anche se il confronto con i principali concorrenti europei evidenzia un gap ancora da colmare per il nostro Paese). Sul fronte digitale l’Italia negli ultimi anni ha mostrato significativi progressi, salendo al 18° posto tra i 27 stati dell’UE, grazie al miglior posizionamento delle componenti legate alla connettività e all’integrazione delle tecnologie digitali. Ma anche qui un divario rimane.
Valorizzare il capitale umano - Infine occorre ricordare che il successo della cosiddetta twin transition, green e digitale, passa anche dalla valorizzazione del capitale umano, attraverso l'inserimento in azienda di giovani con elevate competenze e il potenziamento e la riqualificazione del personale. E qui va osservato che da noi c'è una bassa capacità di trattenere giovani laureati: complessivamente nel periodo 2012-2021 la differenza tra rimpatri ed espatri di laureati di 25-34 anni è stata pari a -79.162 unità. La valorizzazione delle persone passa anche attraverso una crescita più inclusiva che può portare a un aumento del potenziale di sviluppo del nostro Paese: questo significa promuovere un'economia con un alto tasso di occupazione e lottare contro la povertà e l'emarginazione sociale.
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