In Israele il premier Benyamin Netanyahu ha licenziato il ministro della Difesa Yoav Gallant. Lo ha reso noto l'ufficio del primo ministro. Gallant sabato aveva chiesto in un discorso pubblico di fermare la legge di riforma giudiziaria in nome dell'unità nazionale. La contestata riforma sta spaccando il Paese.
Manifestazioni a Tel Aviv e anche a Gerusalemme davanti alla residenza del premier israeliano Benyamin Netanyahu contro il licenziamento del ministro. Lo stesso è avvenuto a Beersheva e ad Haifa. Intanto si è appreso che il segretario generale dell'Histadrut, il potente sindacato laburista, Arnon Bar-David, ha annunciato una conferenza stampa per lunedì durante la quale potrebbe annunciare uno sciopero generale.
600mila i manifestanti in piazza in tutto il Paese -
Sarebbero oltre 600mila le persone scese in piazza in Israele per protestare contro la riforma giudiziaria. Lo riporta Channel 12.
Il leader dell'opposizione Yair Lapid ha attaccato la decisione di Netanyahu, sostenendo che "il premier può licenziare il ministro, ma non può licenziare la realtà del popolo di Israele che sta resistendo alla follia della maggioranza".
Nonostante le proteste, l'intenzione del governo è varare l'intero provvedimento per la settimana entrante e, in ogni caso, prima della pausa della Knesset (Parlamento, ndr) per la Pasqua ebraica. Non a caso per lunedì è convocata una commissione della Knesset che deve esaminare la questione chiave del Comitato di nomina dei giudici della Corte Suprema. L'obiettivo di Netanyahu è di portare a 11 i membri del Comitato (invece dei 9 di oggi) assicurando la prevalenza dei componenti di nomina politica sui tecnici.
Usa: "Profondamente preoccupati, urge compromesso" -
"Siamo profondamente preoccupati per gli sviluppi in corso in Israele, compreso il potenziale impatto sulla capacità di reazione militare sollevato dal ministro della difesa Yoav Gallant, che sottolinea ulteriormente l'urgente necessità di un compromesso". Lo ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa John Kirby commentando il licenziamento da parte del premier Netanyahu del ministro.
"Le società democratiche - ha proseguito - sono rafforzate da controlli ed equilibri autentici e i cambiamenti fondamentali dovrebbero essere perseguiti con la più ampia base possibile di sostegno popolare. Continuiamo a sollecitare con forza i leader israeliani a trovare un compromesso il prima possibile basato su un ampio sostegno popolare".