3mila sbarchi a lampedusa

Migranti, a Bari lo sbarco delle 190 persone a bordo della Geo Barents | Esodo dalla Tunisia verso l'Italia, nuovo naufragio | Cutro, recuperata la 91esima vittima

Altri 29 morti nell'ultima tragedia del mare al largo di Tunisi. Continua l'emergenza sbarchi: a Lampedusa in 24 ore oltre 3mila arrivi, via ai trasferimenti dall'hotspot al collasso

Non si ferma l'emergenza migranti. Nel porto di Bari sono continuate per tutta la notte le operazioni per lo sbarco delle 190 persone salvate al largo del Mediterraneo dalla Geo Barents di Medici senza frontiere. I migranti sarebbero tutti in buone condizioni di salute. Sono tutti uomini provenienti per lo più dal Bangladesh e tra loro vi è una decina di minorenni non accompagnati, tra il 14 e i 17 anni. Intanto, è stata recuperata la 91esima vittima del disastro di Cutro del 26 febbraio, mentre a Lampedusa gli sbarchi continuano senza sosta: in 24 ore oltre 3mila nuovi arrivi dalla Tunisia, un nuovo record. Sono però scattati i trasferimenti verso altre strutture. La Diciotti sta imbarcando 600 persone per portarle a Reggio Calabria. Ad allargare il fenomeno migratorio anche gli sbarchi autonomi, i nuovi viaggi compiuti senza scafisti. E proprio al largo della Tunisia si registra un nuovo naufragio con la morte di almeno 29 persone

Cutro, recuperata la 91esima vittima -

 A un mese esatto dal naufragio nel mare di Cutro il mare ha restituito un altro cadavere della tragedia. Si tratta della 91esima vittima. Gli uomini di capitaneria di porto e i vigili del fuoco hanno recuperato il corpo in avanzato stato di decomposizione di un uomo dell'apparente età di 30 anni. Le ricerche non si fermeranno, come disposto dalla prefettura di Crotone. All'appello, secondo i dati raccolti tra i sopravvissuti, mancherebbero 10 persone che si trovavano a bordo del caicco. 

La rotta tunisina. Il fiume di migranti che attraversano la rotta della Tunisia per raggiungere le coste italiane sembra incontenibile: nelle ultime 24 ore sono stati oltre tremila i migranti che si sono messi in viaggio e più di sessanta gli sbarchi avvenuti. Quarantaquattro dei 49 barchini soccorsi, bloccati o usati, nelle ultime 36 ore, per arrivare direttamente sulla terraferma di Lampedusa sono salpati da Sfax, Nello Stato magrebino la crisi economica e di tensione politica ha provocato un aumento vertiginoso di partenze che ora allarma l'Europa e il governo italiano. Tunisi è comunque solo un territorio di transito per salpare verso il Mediterraneo: i profughi che partono sono originari di Congo, Camerun, Nigeria, Costa d'Avorio e Guinea, Sierra Leone, Siria, Tunisia, Marocco e Burkina Faso, in tanti dicono di aver pagato tremila dinari tunisini per la traversata. Ed è senza sosta l'attività della Guardia costiera locale, che riferisce di aver sventato, negli ultimi tre giorni, 79 tentativi di partenza, soccorrendo 2.982 persone a bordo di imbarcazioni in difficoltà al largo di Sfax e Chebba.

Naufragio al largo della Tunisia: almeno 29 morti - Almeno 29 migranti provenienti dall'Africa subsahariana sono morti al largo della Tunisia. In 19 sono morti a causa del naufragio dell'imbarcazione sulla quale si trovavano mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l'Italia. Lo ha reso noto un funzionario dell'Ong Forum tunisino per i diritti sociali ed economici. Non viene precisato quando è avvenuta la tragedia. La guardia costiera tunisina ha salvato 5 persone dall'imbarcazione davanti alla costa di Mahdia, ha aggiunto il funzionario dell'Ong, affermando che i migranti erano partiti dalle spiagge di Sfax. Poi è arrivata la notizia di altri 10 corpi recuperati dalla guardia costiera tunisina da una barca di migranti affondata vicino alla costa, la seconda in poche ore: il bilancio delle vittime sale quindi a 29, secondo quanto riporta Al Jazeera citando un funzionario della sicurezza. Houssem Jebabli, un ufficiale della guardia nazionale, ha detto che la barca è affondata al largo di Mahdia, senza fornire ulteriori dettagli. 

I salvataggi nell'area Sar di autorità e Ong - L'attività nell'area Sar (ricerca e soccorso) italiana è senza sosta. Sono 2.500 i migranti già messi in salvo, tra Sicilia e Calabria, sotto il coordinamento della Guardia costiera. Altri 190 naufraghi sono a bordo della Geo Barents, la nave di Medici senza frontiere, diretta al porto di Bari mentre in 78 sono stati recuperati dalla Life Support di Emergency in acque maltesi. A Lampedusa, oltre alle persone soccorse anche dalla nave-ong Louise Michel finanziata da Banksy, altre 294 sono giunte in vari sbarchi autonomi.

Aumentano i morti e i viaggi fai da te - Aumentano salvataggi e arrivi, ma si moltiplicano anche i morti. L'ultimo dramma in mare si è consumato in area Sar maltese dove, dopo il naufragio di due barchini, almeno sette cadaveri sono stati recuperati dalle motovedette della Guardia costiera e delle Fiamme gialle italiane che sono intervenute. La capitaneria è riuscita a trarre in salvo una decina di persone mentre altre sono state recuperate da un peschereccio tunisino che era in zona, poi scortato verso il porto di Lampedusa. Solo alcune ore prima al largo della costa tunisina si erano persi i contatti con trentaquattro migranti provenienti da Paesi dell'Africa sub-sahariana: risultano tuttora dispersi dopo che la barca sui cui viaggiavano è affondata. L'esodo dei migranti diventa incontenibile anche per il boom degli sbarchi autonomi, i nuovi viaggi compiuti senza scafisti. Soltanto sabato i finanzieri della motovedetta "Sottile" hanno intercettato nelle acque antistanti Lampedusa 25 tunisini, tra cui 4 donne e un minore, su un barchino in ferro di 7 metri con motore fuoribordo. Dal racconto dei migranti è emerso che il viaggio era stato organizzato in autonomia mettendo in risalto un nuovo aspetto del flusso migratorio: visti i costi spropositati di un viaggio con gli scafisti (fino a 4mila dinari a persona) ormai  in Tunisia, la gente del posto riesce a organizzare e salpare autonomamente verso la Sicilia.

Hotspot di Lampedusa al collasso -  Ultimi arrivati a Lampedusa  in ordine di tempo sono due barchini. Il primo, di 7 metri, con a bordo 43 persone (19 donne e 2 minori) originarie di Costa d'Avorio, Mali e Guinea, soccorso, in area Sar italiana, dalla motovedetta Cp327 della Guardia costiera. Il gruppo, che ha riferito d'essere salpato da Sfax in Tunisia alle 21 di venerdì, è stato sbarcato alle 7 di stamane sul molo Favarolo. Il secondo, un barchino con a bordo 20 tra sudanesi, etiopi ed eritrei, è stato soccorso dalla guardia di finanza: le persone salvate hanno dichiarato di essere partite da Zawia, in Libia, e di aver pagato 2mila dollari per la traversata. Sabato a Lampedusa erano stati registrati complessivamente 37 sbarchi con un totale di 1.387 persone. Il giorno prima c'erano stati 43 arrivi con 1.778 immigrati. All'hotspot di contrada Imbriacola, all'alba di domenica - nonostante i massicci e ripetuti trasferimenti fatti effettuare sabato dalla Prefettura di Agrigento - si contavano 2.494 ospiti, a fronte di 400 posti disponibili.

Via ai trasferimenti -

 Nella notte, con il pattugliatore della Guardia di finanza, 128 persone sono state portate a Pozzallo, e nella tarda mattinata di domenica altri 180 migranti hanno lasciato Lampedusa per essere trasferiti a Porto Empedocle. La nave Diciotti inizia nel pomeriggio l'imbarco di altri 600 per potarli a Reggio Calabria. E all'hotspot restano quindi 2.377 ospiti.

Il sindaco di Lampedusa: "Serve una Mare Nostrum europea" - "Si sta ripetendo la stessa identica situazione di qualche settimana fa, e in più ci sono morti. Qualunque mio appello ormai non viene più ascoltato. I morti sono talmente tanti, la frequenza quasi quotidiana: evidentemente si è perso pure l'aspetto emozionale". Lo ha detto il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino. "L'Europa e l'Italia devono prendere coscienza del fatto che nel Mediterraneo è piena emergenza, ci sono donne bambini e uomini che continuano a morire, serve una Mare Nostrum europea, con il coinvolgimento di tutti i Paesi e di tutti i porti a disposizione - ha aggiunto - .  Per Lampedusa serve subito una nave umanitaria che faccia da spola tra l'isola e la terraferma per il trasferimento immediato dei migranti. L'hospot dell'isola non può sopportare tutto questo, non può ricevere tutta questa marea umana".

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