ECCO CHI SONO

Governo, da Pupi Avati all'ex sottosegretario Armando Siri: la mappa (e gli stipendi) dei consulenti

In tutto i consiglieri chiamati dal centrodestra sono 80 mentre i compensi sono in linea con quelli dei precedenti governi

© Ansa

Nel governo Meloni sono in tutto 80 i consulenti chiamati dal centrodestra. Ci sono uomini della cultura come il regista Pupi Avati (da poco finito sui media per le frasi shock su Lucio Dalla) ma anche politici rimasti senza poltrona, come l'ex sottosegretario leghista, Armando Siri, o ancora gli sportivi come l'ex Milan, Atalanta e Napoli Giuseppe Incocciati. Gli stipendi? C'è chi guadagna un lauto compenso, chi si ferma sotto i 30mila lordi e chi svolge il proprio lavoro a titolo gratuito. I compensi sono comunque in linea con i precedenti esecutivi.

Consiglieri e compensi -

 Come scrive Open, l'elenco parte da Palazzo Chigi. Lo staff della presidente del Consiglio comprende Patrizia Scurti, capo della segreteria particolare con stipendio da 180mila euro l’anno. E Giovanna Iannello, coordinatrice degli eventi e della comunicazione che ne porta a casa 160mila. L’ex direttore dell’Agi Mario Sechi non ha invece ancora visto il suo stipendio pubblicato. Mentre Fabrizio Alfano, già portavoce di Gianfranco Fini, è il vice di Sechi e ne guadagna 120 mila. Nell’ufficio comunicazione c’è anche Alberto Danese come esperto internet e social media: compenso da 20mila. Il coordinatore del settore amministrativo è Carmelo Dragotta (75mila euro). Stefania Gallo ne porta a casa 50mila. Il capo di gabinetto è Gaetano Caputi: 221mila euro di compenso per lui. Alla Farnesina di Tajani c’è Pupi Avati come consigliere per la cultura. Il suo lavoro è a titolo gratuito. Non lo è invece quello dell’ex deputato Sestino Giacomoni: 50mila euro.

L'ex calciatore Incocciati è consigliere per le tematiche giovanili e sportive per 30mila euro. Emily Rini porta a casa lo stesso compenso. Poi c’è don Matteo Tagliaferri della Congregazione della Missione San Vincenzo de’ Paoli. E stesso stipendio. Il generale Giorgio Toschi presta la sua opera a titolo gratuito. Così come Carmine De Angelis, consigliere per le politiche degli enti locali. Salvini invece ha rispolverato l’ex Armando Siri, che non è stato eletto il 25 settembre: 120mila euro di compenso come consigliere per le politiche economiche. Gli stessi soldi pagati a un altro ex deputato: Stefano Locatelli. Il suo portavoce Matteo Pandini riceve 60mila euro, 40mila sono appannaggio di Alessandro Pansera e Agostino Pecoraro, già nel team di Luca Morisi. Infine, tra gli staff dei sottosegretari alla presidenza del Consiglio, ci sono il professor Francesco Farri (80mila euro) e Nicola Guerzoni. Emilio Scalfarotto, dirigente di Fratelli d’Italia a Fiumicino, ne prende invece 85mila.