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Bocciata la mozione M5s per vietare ai parlamentari di prendere soldi da Stati stranieri: il Pd si è astenuto

Il Pd non appoggia la mozione dei 5s e Conte reagisce: "Gravissimi casi di corruzione e i partiti si astengono, in politica devono contare i fatti non le parole"

Ansa

Dopo lo scandalo Qatargate (e non solo, viste le polemiche legate ai finanziamenti ai politici fatti da alcuni Stati sotto forma di conferenze) alla Camera sono arrivate diverse mozioni per "impegnare il governo" contro la corruzione. A far discutere è stato il no a quella presentata dal Movimento 5 Stelle che faceva anche nomi e cognomi per citare gli ultimi casi in cui un politico pare essere stato "finanziato" da uno Stato estero. Un no che ha fatto reagire con veemenza Giuseppe Conte: "Stupisce che, fatta eccezione per il gruppo Avs, tutti gli altri partiti abbiano scelto di votare contro o di astenersi. 

Il Pd non vota col M5s  Quella che poteva essere un banco di prova sul nuovo corso del Pd a trazione Elly Schlein è stato un buco nell'acqua dal punto di vista dei grillini. Il Pd ha portato una sua mozione sul Qatargate per votarsela (alla fine non è passata). La mozione del Movimento 5 stelle invece è stata in parte approvata grazie al voto favorevole di Alleanza Verdi e Sinistra. Non è passato il punto 3 della mozione che, come scrive il Fatto Quotidiano, voleva impegnare il governo a vietare a rappresentanti delle istituzioni governative, parlamentari e territoriali di accettare contributi, prestazioni e controprestazioni o altre forme di sostegno erogati direttamente e/o indirettamente da governi, enti pubblici di Stati esteri o persone giuridiche con sede in uno Stato estero, non assoggettate a obblighi fiscali in Italia. Una norma che è presente in maniera quasi identica nella mozione presentata da Avs e che il Pd ha stavolta votato.

I nomi e cognomi presenti nella mozione M5s  C'era una differenza di forma nella mozione presentata dal M5s: si facevano nomi e cognomi. Il testo dei Cinquestelle parlava dei politici coinvolti nello scandalo Qatargate, compresi l’ex dem Antonio Panzeri (poi passato in Articolo 1) e il deputato europeo del Pd Andrea Cozzolino.

L'ira di Conte: "Stupiscono certe astensioni"  "Dopo i gravissimi casi di corruzione collegati al Qatargate oggi in una nostra mozione alla Camera abbiamo proposto un impegno semplice e sacrosanto: chi è parlamentare italiano o membro del Governo non deve essere retribuito o prendere soldi da uno Stato straniero. Stupisce che, fatta eccezione per il gruppo Avs, tutti gli altri partiti abbiano scelto di votare contro o di astenersi. Compreso chi si era detto pronto a votarla anche subito e chi si professa patriota. In politica non contano le parole e le dichiarazioni di intenti, ma le scelte e i fatti". Lo ha scritto su Facebook il leader M5s, Giuseppe Conte. E ovviamente è facile decifrare il riferimento al Pd e Calenda ("chi si era detto pronto a votarla subito") e anche ai "patrioti" di Fratelli d'Italia.

Passa la mozione unitaria del Centrodestra  Alla fine il via libera della Camera è arrivato alla mozione unitaria del centrodestra concernente iniziative di competenza in relazione alla vicenda nota come "Qatargate". La votazione è avvenuta per parti separate. Il governo aveva espresso parere favorevole al documento. Il testo impegna l'esecutivo "nelle competenti sedi europee a sostenere ogni iniziativa utile al contrasto della corruzione e una necessaria regolamentazione delle attività di lobby", "ad agire, nelle sedi opportune e se del caso secondo le procedure previste dalla giurisdizione belga, al fine di costituirsi come parte civile nel procedimento penale in essere, per la salvaguardia e tutela dell'immagine dell'Italia nel contesto internazionale" e "ad aggiornare il Parlamento in merito agli sviluppi della vicenda di cui in premessa". 

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