E' stato convalidato il fermo del 30enne che la notte del 17 marzo ha tentato di soffocare la zia nel sonno usando uno straccio imbevuto di ammoniaca. Il fatto è accaduto a Luino (Varese). A chiamare i carabinieri è stata la vittima che era riuscita a divincolarsi dal tentativo di aggressione da parte del nipote. Ed è stato proprio il 30enne a giustificarsi con lei: "Non volevo farti del male, pensavo fossi la mia compagna".
Uno straccio intriso di ammoniaca come arma -
I carabinieri hanno cercato di fare luce sul fatto di cronaca accaduto nella notte di venerdì a Luino, nel Varesotto. La testimonianza cruciale è stata quella della vittima. La donna, 40enne moglie del fratello del padre del suo aggressore, ha potuto parlare agli inquirenti una volta dimessa dall'ospedale. Secondo la ricostruzione resa dalla donna, il nipote le è saltato addosso mentre dormiva nel suo letto, con accanto i figli di due e cinque anni, le ha bloccato la testa con una mano e con l'altra le ha premuto uno straccio imbevuto di ammoniaca sulla bocca. Lei, con la forza della disperazione, è però riuscita a divincolarsi facendolo cadere dal letto.
Il 30enne allontanato da casa paterna per violenze -
A quel punto il 30enne si è fermato e le ha detto di chiamare il 112, dopo averle confessato di aver creduto che al suo posto ci fosse la sua compagna. L'aggressore avrebbe agito sotto l'effetto di stupefacenti. A quanto emerso il giovane era ospite a casa degli zii, dopo essere stato sottoposto ad allontanamento dalla casa di sua madre e della compagna, incinta di suo figlio, per maltrattamenti. Alla luce di quanto accaduto, il Gip di Varese ha convalidato l'arresto e disposto per l'uomo, che inizialmente era stato ricoverato in psichiatria, la custodia cautelare il carcere.