Le rate dei mutui sono il fardello delle famiglie italiane dopo l'ennesimo rialzo dei tassi deciso dalla Bce: un nucleo su quattro teme di avere difficoltà a rispettare regolarmente le scadenze nel prossimo anno e tre famiglie su 10 hanno paura di non arrivare alla fine del mese e di non riuscire ad accantonare una parte di reddito come risparmio anche per far fronte a future esigenze. Colpa anche di una situazione economica complessiva che desta preoccupazioni. E' quanto emerge dall'indagine condotta da Nomisma e presentata in occasione dell'evento "SalvaLaTuaCasa".
La preoccupazione delle famiglie - La survey Nomisma evidenzia come il 65% delle famiglie si sia sentito abbastanza o molto preoccupato nell'ultimo anno, mentre il 53% si è trovato a gestire situazioni di ansia. Quanto al rimborso delle rate, il cui costo per i mutui è aumentato del 50% in soli 3 trimestri, afferma Nomisma, il 4% dei nuclei intervistati ha dichiarato di avere accumulato ritardi seppur lievi, mentre il 13% è riuscito a pagare le rate mensili con qualche difficoltà, ad esempio comprimendo altre voci di spesa. L'indagine spiega che al pagamento del mutuo per l'abitazione si sommano le rate di altri finanziamenti sostenuti per l'acquisto a rate di beni e servizi, quali automobili o elettrodomestici, prestiti di liquidità, apertura di credito in conto corrente o prestiti con carta di credito revolving che coinvolgono all'incirca la metà delle famiglie italiane.
Prospettive poco ottimiste - Nel complesso, il 36% degli intervistati pensa che la situazione economica della propria famiglia è lievemente peggiorata nell'ultimo anno, mentre per il 9% è nettamente peggiorata. Guardando al futuro, il 35% prevede una situazione economica in ulteriore peggioramento e il 21% degli intervistati ritiene con ogni probabilità di potersi trovare in difficoltà nei prossimi 12 mesi nel rimborsare la rata del mutuo, e per il 3% questa è una cosa certa.
Gli esperti: mantenere i nervi saldi - Keep calm and carry on. Nervi saldi e attendere che passi la tempesta perché, dicono gli esperti, "passa sempre". Il professore Luiss, Nicola Borri, all'Ansa, dice come si devono comportare i risparmiatori disorientati dalle tensioni sui mercati dopo il fallimento della Silicon Valley Bank e il crollo di Credit Suisse. "Gli effetti a brevissimo termine non ci saranno, perché la politica monetaria ha degli effetti a medio-lungo termine (12-18 mesi). L'effetto diretto per i consumatori è che i mutui saranno più cari, e anche gli investimenti per le imprese. Consumatori e imprese avranno più difficoltà a spendere, e questo potrebbe portare a una compressione della domanda e a un rallentamento dell'economia. A bilanciare questo effetto negativo, se questa politica riuscisse a portare giù i prezzi. Ci sarebbe un recupero del poter d'acquisto. Bisogna vedere se a quel punto l'economia sarà ancora in salute e consumatori e imprese in forma". "Vista la grande incertezza - afferma Saraceno - bisogna vedere gli effetti del tasso di cambio: se l'euro si svalutasse, potremmo tenere bassa l'inflazione domestica al prezzo di una più alta l'inflazione importata, cioè un telefono comprato negli Stati Uniti costerà di più. Se l'euro si apprezzerà o meno dipenderà dalle scelte, sia della Bce sia della Fed, se si muoveranno nella stessa direzione, i tassi di cambio dovrebbero rimanere costanti, se si divaricheranno, potremmo assistere in apprezzamento o deprezzamento importante dell'euro".