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Tree Talker: la nuova voce degli alberi

Dal Trentino al mondo: i sensori che monitorano attraverso la raccolta di dati lo stato di salute degli alberi e dell'ambiente circostante

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Regalano ossigeno, ombra, rifugio e stabilità. Ogni albero ha la propria storia, come un individuo. Manca solo la parola, ma in qualche modo si fa capire. Ora più che mai grazie alla collaborazione tra la Fondazione Edmund Mach, attiva nell’istruzione, analisi e trasferimento tecnologico nel settore agroalimentare e un illustre ricercatore dell’Università degli Studi della Tuscia e Premio Nobel 2007 nel gruppo scientifico delle Nazioni Unite per uno studio sul riscaldamento globale. È infatti del Professor Riccardo Valentini, fondatore della start up innovativa Nature 4.0 insediata al Polo meccatronica di Rovereto, l’idea di dare la parola agli alberi tramite un sensore chiamato “Tree Talker”, in grado di monitorare in tempo reale e per anni lo stato di salute di una pianta. Dati fondamentali per prevenire schianti, incendi, fitopatologie, danni da fenomeni atmosferici sempre più intensi ed estremi.

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Nel mondo attualmente ci sono circa quattromila dispositivi, dispersi un po’ tra Europa, Canada e Cina. I Tree Talker sono una tecnologia particolare: attraverso delle sonde misurano quanta acqua l’albero trasporta dalle radici verso le foglie, quindi, lo stato idrico della pianta; ci fanno vedere con degli speciali spettrometri la luce trasmessa attraverso le foglie e quindi come cambiano le foglie, i loro colori e se sono in salute o se stanno subendo dei periodi di crisi per via di parassiti o malattie” spiega il Professor Valentini, docente di Ecologia presso l’Università della Tuscia e Premio Nobel per la Pace. “Abbiamo anche un sensore che misura la crescita del diametro dell’albero e ci dice quanta biomassa l’albero produce e quindi quanta anidride carbonica riesce a catturare. Inoltre, all’interno si trova un altro sensore, un accelerometro, che misura il grado di stabilità dell’albero quindi i movimenti dell’albero e se questo si inclina od oscilla in maniera preoccupante in modo da poter intervenire per tempo” continua il Professore.  

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È bene ricordare che il clima sarebbe ben peggiore senza le foreste che insieme agli oceani sono in grado di riassorbire metà delle emissioni di gas serra prodotte dall’uomo. Partendo dai dati del passato si può prevedere quello che succederà in caso ad esempio di shock climatici, dati provenienti anche dai Tree Talker, abbracciati alle piante. “La deforestazione tropicale ha raggiunto quasi i 10 milioni di ettari all’anno. Basti pensare che l’Italia ha un patrimonio di circa 11 milioni di ettari di foreste; quindi, è come se ogni anno scomparisse la foresta italiana. Gli alberi sono importantissimi per la nostra vita, dobbiamo proteggerli e tutelarli” conclude Valentini.

L’obiettivo è quello di riuscire a proporre questa tecnologia a tutti i parchi naturali del mondo.

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