storie di moda

Ika Jane. Storie senza tempo di moda sostenibile

Capi dallo stile pop che raccontano una storia di amore, rispetto e libertà attraverso gli occhi delle donne

di Elena Misericordia

Ika Jane è il brand di moda, inclusivo, etico e sostenibile, nato a Bali nel luglio 2022 dall’estro creativo di Micaela Miljian Savoldelli. Il marchio vanta una produzione artigianale tutta al femminile e si presenta come un’ode alle donne, esaltandone la libertà più intima, genuina e selvaggia. Lo stile pop, vitaminico e colorato, si fonde con una visione ottimistica di emancipazione della donna da un emisfero all’altro.

I capi sono realizzati a mano in ogni più piccolo dettaglio e sono lavorati con cura minuziosa dalle Ibu dell’Isola di Bali. Tutti i materiali sono naturali, il cotone organico è certificato GOTS e per l’intera collezione viene prediletta la fibra tessile Hemp, fibra di canapa, conosciuta come una delle più environment friendly in assoluto. Affinché ciascun abito possa durare nel tempo, Ika Jane si prende cura anche del mondo in cui sarà indossato. Dietro ogni cucitura, ogni bottone, ogni ricamo c’è inoltre una donna esperta, con una storia da trasmettere. Ika Jane è più che una realtà etica, Ika Jane è umana.

Chi è Micaela Miljian Savoldelli? Quali sono le tue origini e qual è stato il tuo percorso di formazione e di crescita?

Sono prima di tutto un’autrice. In ogni cosa che faccio, la creatività è sempre la pietra miliare. Dietro a ogni mia creazione, l’importanza della storia, della morale e del messaggio, è più che primordiale, che si tratti di scrivere libri – “Se due che come noi”, edito Vallardi, è uscito nel 2021 e ha appena avuto l’ennesima ristampa, diventando pocket con Tea – oppure di creare i capi Ika Jane. Sono nata come studentessa letteraria, ma la vera formazione la ho acquisita a Parigi, dove mi sono trasferita nel 2012, e successivamente grazie al giro del mondo, che ho intrapreso nel 2017 con la mia famiglia. Avendo viaggiato no stop per tre anni insieme ai miei figli senza una casa, la mia crescita è stata è senz’altro marcata dall’adattamento. Oggi sono imprenditrice, autrice, direttrice creativa, mamma di tre bambini (quasi quattro), compagna, amica e donna, umana e curiosa.

Quando e com’è nato il brand Ika Jane? Come mai la scelta di questo nome?

Ika Jane è nato da una passione che mi accompagna sin da piccolissima, quando ancora riuscivo a stare nascosta sotto la macchina da cucire di mia nonna: mentre lei confezionava abiti su misura per le sue signore, io osservavo il pedale della sua vecchia Singer che andava su e giù. Lì ho imparato la connessione, atemporale, tra chi crea e chi indossa. A 11 anni creavo i miei vestiti da sola, cucendoli a mano. Il passaggio da quella ragazzina a quello che sono diventata oggi è avvenuto piuttosto naturalmente. Ika Jane ha preso vita a Bali nel 2022, da un principio chiave, le donne, da un paio d'incontri giusti e da tanta determinazione. Ika è un nome tipico balinese, composto da lettere che sono sonoramente anche nel mio nome. Jane è un nome fortemente occidentale, che mi ha sempre rimandato all’immaginario di donna forte, sicura di sé, confident e affascinante: Jane Austen, Jane Birkin…Ika Jane rappresenta la connessione tra questi due mondi, l’Oriente e l’Occidente. Il mio intento è proprio quello di legare tra loro, con le mie storie in tessuto, donne che si trovano ai due capi opposti del mondo.

Quali sono le cifre stilistico-distintive delle tue creazioni?

Artigianato: tutti i nostri ricami sono fatti a mano, così come le stampe. Colori pop, accesi, che danno forza ed energia a chi li indossa, come la presenza e il sostegno di un’amica. Forme d'ispirazione retrò, che fanno viaggiare nello spazio e nel tempo.

In cosa consiste il progetto Ika Jane Collector? Qual è il messaggio che vuole veicolare?

Ika Jane Collector è una serie di capsule collection, sviluppate in collaborazione con artiste e artisti di tutto il mondo, che condividono i principi del brand e li sublimano con il loro savoir faire. Ogni capsule è in edizione limitata e ogni pezzo è numerato. La mia volontà, quando ho deciso di creare questa serie, era quella di dare luce all’arte, mettendola al centro, e di esaltare il processo creativo, la storia che si cela dietro l’epifania creatrice dell’artista. Forse perché io stessa sono sempre stata attratta dalla magia della creazione: da zero a un mondo intero. L’idea dietro a Ika Jane Collector è vestire un’opera d’arte. La prima capsule è stata un vero successo. Camicie unisex e foulard, le cui stampe, sviluppate sulla tematica della libertà, sono state concepite con tre artiste italiane: Clorophilla Studio, Elena Toscano, e Giulia Sollai. La prossima collezione Collector è prevista per giugno.

Che importanza assume l’ecosostenibilità nell’ambito della tua produzione? Qual è, in concreto, l’impegno di Ika Jane a favore del nostro pianeta?

È centrale e rappresenta uno dei principi irrevocabili del brand. Utilizziamo solo ed esclusivamente materiali naturali e sostenibili. La maggior parte della nostra produzione usa materiali nati dall’ecosostenibilità, come Lyocell, Cupro, Hemp, Cotone Organico e Ecovero. Le nostre stampe sono prodotte con una speciale tecnica eco-digital, che riduce drasticamente il consumo di acqua, riducendolo quasi pari a zero, e inoltre sono per lo più piazzate, rendendo praticamente nullo l’avanzo di produzione. Usiamo solo tinture certificate Oeko-Tex. Abbiamo tolleranza zero per tuo ciò che non sia sostenibile. Veniamo da un’isola come Bali che affronta dei grandi problemi di inquinamento e plastica: per noi è responsabilità quotidiana, per il nostro presente e per il futuro dei nostri figli.

Ika Jane vanta un team composto esclusivamente da donne: come si manifesta il vostro supporto nei confronti del lavoro artigianale femminile e, più in generale, verso le donne?

Sì, siamo con grande fierezza un team esclusivamente di donne. Creando Ika Jane ho preso una grande decisione, tanto impegnativa quanto soddisfacente: ho scelto di permettere a tutte le Ibu (donna, in bahasa indonesia) di poter lavorare da casa. La maggior parte di Ibu Ika Jane sono donne professioniste nella sartoria da decenni, che hanno perso il lavoro per colpa della pandemia o per le circostanze della vita, per esempio rimanendo incinte e dovendo badare alla famiglia... Nonostante per noi decentralizzare la produzione sia un grande impegno – richiede infatti tanta organizzazione, consentendo un margine d’errore quasi nullo –, ogni Ibu, come dicevo, può comunque lavorare da casa, così gestendo i propri tempi, i propri spazi e le proprie ore di lavoro. Il principio chiave di Ika Jane sta nell’energia che ogni capo porta dentro di sé. Questa energia parte da chi cuce, ricama e fa i bottoni (ogni nostro bottone è realizzato a mano, prima in cera e poi in brass). È un’energia sana, appagata ed appagante, perché nasce proprio dalla felicità di chi è alla base della produzione, superando il tempo e lo spazio, sino ad arrivare dall’altra parte del mondo, nell’armadio di chiunque decida di avere una storia Ika Jane nel proprio guardaroba, destinata a durare per sempre.

I capi Love Letters I Never Sent raccontano ciascuno una storia, riferendosi a donne che hanno cambiato, ognuna a proprio modo, il corso dell’esistenza femminile, quali ad esempio Amelia Bloomer, Jane Austen, Simone de Beauvoir. Ma com’è oggi la donna Ika Jane? 
Ho sempre visto Ika Jane più come una community che come un’unica persona. All’interno di questa grande famiglia si ritrovano donne che sposano gli stessi principi, di apertura, inclusione, curiosità. Donne sicure di sé, consapevoli della propria responsabilità nel mondo e che per questo attuano scelte etiche, sostenibili, anche nel rispetto dell’artigianalità e della tradizione. La donna Ika Jane è una donna solare, divertente, pop, che non ha paura di osare, di lasciarsi andare, di seguire i propri obiettivi, con colore e charme.

Chi è Micaela nella vita privata? Interessi e passioni nel tempo libero?

Mi definirei innanzitutto una persona presente, per la mia famiglia, i miei bambini, i miei amici, il mio team. Sono quella persona che puoi chiamare alle tre di notte, sapendo che ci sarà sempre, per due chiacchere, una tisana, uno scambio o una passeggiata. I rapporti umani sono la base della mia vita. La mia grande passione è poi la lettura. Ad accompagnarmi sotto la macchina da cucire di mia nonna erano proprio i libri. Ecco, non sono cambiata molto. Forse la mia dedizione alle storie nasce proprio da lì.

Progetti e sogni per il futuro? 

Ho tantissimi progetti di cui sono grata perché sono davvero molto belli. A breve lanceremo la prima collaborazione che ci vedrà mettere un piede nel mondo dell’arredamento, strada che perseguiremo sempre di più. Il team si ingrandisce con collaboratrici talentuose e motivate. Proprio sull’isola che ci ha visto nascere, Bali, abbiamo il piano di un primo concept store monomarca, uno spazio atelier, in cui presentare workshop, con una piccola caffetteria e una grande libreria, da cui spulciare tante idee. A medio termine, beh, mi piacerebbe che le vetrine fossero più di una, in modo da poter scrivere sulla porta “Ika Jane: Bali - Florence - Paris”. Sogno di vedere sbocciare il brand come i fiori dei nostri ricami in ognuna delle mie città.