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Naufragio migranti, Ue: "Manderemo alla Libia altre motovedette"

La Commissione europea precisa che in acque libiche "possono intervenire solo i libici". L'obiettivo è rafforzare la capacità del Paese africano di gestire le frontiere

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Dopo l'ultimo naufragio di migranti al largo della Libia, l'Ue ritiene necessario inviare altre motovedette alla guardia costiera del Paese nordafricano. "Una parte del sostegno dell'Unione europea a Tripoli è cercare di stabilizzare la situazione e potenziare le loro capacità di gestione delle frontiere: arriveranno altre imbarcazioni per fronteggiare questo problema", ha affermato la portavoce della Commissione europea Ana Pisonero.

"Non posso annunciare nulla in merito alle tempistiche, ma vediamo chiaramente che c'è una necessità di rafforzare la capacità libica, perché non sempre hanno i mezzi" per gestire le frontiere, ha aggiunto Pisonero. "Quando ci sono persone in pericolo è obbligatorio intervenire".

Ue verso nuove misure su confini esterni-rimpatri  Al collegio dei commissari Ue di martedì a Strasburgo, sul fronte migranti sono attesi due tipi di provvedimento. Il primo sarà una comunicazione che definisce la strategia di gestione dei confini europei (Eibm) per i prossimi 5 anni. Il secondo sarà invece una raccomandazione agli Stati membri per il mutuo riconoscimento delle decisioni di ciascun Paese sui rimpatri dei migranti sbarcati illegalmente (facendo pieno uso del nuovo il sistema informativo Schengen). Le due misure sono concepite per essere immediatamente operative e rispondono alle conclusioni del Consiglio europeo di febbraio.
 

A Pozzallo i sopravvissuti del naufragio davanti a Libia  Intanto, i 17 migranti sopravvissuti al naufragio davanti alle coste libiche in cui risulterebbero disperse 30 persone, sono arrivati nel porto di Pozzallo. I naufraghi, tutti originari del Bangledesh, sono stati trasbordati sulle motovedette della guardia costiera dal mercantile "Froland", che li aveva soccorsi. In banchina è già stata predisposta la macchina dell'accoglienza con il personale dell'Asp e della Croce Rossa e il medico dell'Usmaf e con le forze dell'ordine. I migranti, una volta sbarcati, saranno trasferiti nell'hotspot di Pozzallo.

"In acque libiche possono intervenire solo i libici"  L'operazione navale europea Irini "non può operare nelle acque della Libia, le operazioni di ricerca e soccorso in acque libiche sono autorizzate solo per le imbarcazioni libiche". Lo ha precisato il portavoce della Commissione europea Peter Stano, aggiungendo che i mezzi navali di Irini pattugliano un'area determinata dall'accordo dagli Stati membri e che "questa area non è la rotta principale dei migranti". Il "compito primario" è quello di "vigilare sull'applicazione dell'embargo Ue sulle armi alla Libia".

"Impegnati per smantellare l'attività degli scafisti"  Smantellare le attività dei trafficanti di migranti è "un obiettivo che tutti vogliamo perseguire a livello europeo, sono persone sconsiderate che si stanno arricchendo alle spalle della disperazione e dei rischi che si assumono i migranti per raggiungere l'Europa", ha dichiarato ancora Spinant.

"Fare tutto il possibile per evitare tragedie"  "L'idea che dobbiamo tutti fare tutto il possibile per evitare che si perdano altre vite nel Mediterraneo è sempre nei pensieri del presidente Ursula von der Leyen", ha affermato la portavoce della Commissione Ue, Dana Spinant.

Permessi rinnovati un anno per cercare un lavoro stabile  I permessi di soggiorno ancora validi rilasciati in base alla normativa sulla protezione speciale, modificata in senso restrittivo con il decreto legge varato dal Consiglio dei ministri a Cutro, sono rinnovati, per una sola volta e per un anno. Questo meccanismo, si precisa in una relazione tecnica del decreto varato dal governo Meloni, consente di "fruire di un congruo periodo di tempo, anche ai fini della ricerca di un lavoro stabile, per accedere al titolo di soggiorno per motivi di lavoro, evitando il rischio di cadere in una posizione di irregolarità". "Resta ferma - viene chiarito - la facoltà di convertire il titolo in permesso di soggiorno per motivi di lavoro, qualora ricorrano i requisiti di legge".

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