L'Iran ha reso noto di avere arrestato oltre 100 persone in tutto il Paese per l'avvelenamento di migliaia di studentesse avvenuto in circostanze non chiare. I presunti autori degli attacchi sono stati accusati di avere legami con gruppi "ostili". Nei vari episodi, registrati a partire dalla fine di novembre, le studentesse hanno sofferto di svenimenti, nausea, senso di soffocamento e altri sintomi dopo aver riferito di odori "sgradevoli" nei locali della scuola, e alcune sono anche finite in ospedale. Esperti Usa: "Teherann complice degli avvelenamenti".
Arresti in molte province del Paese -
La notizia degli arresti viene data dall'agenzia Irna, secondo cui le persone coinvolte sono state individuate nelle province di Teheran, Qom, Zanjan, Khuzestan, Hamedan, Fars, Gilan, West Azarbaijan, East Azarbaijan, Kordestan e Khorasan Razavi.
Il governo: "Obiettivo degli attacchi creare paura" -
Il comunicato diffuso dice: "Le prime indagini mostrano che un certo numero di queste persone, per malizia o avventurismo e con l'obiettivo di chiudere le aule e influenzati dal clima psicologico creato, hanno adottato misure come l'uso di sostanze innocue e maleodoranti". Tra gli arrestati, dice ancora la nota, ci sono individui che "hanno cercato di creare paura e orrore tra persone e studenti, chiudere scuole e creare pessimismo nei confronti" dell'establishment islamico.
Indagini per legami terroristici -
Il ministero dell'Interno iraniano afferma che sono in corso indagini per trovare possibili legami con organizzazioni terroristiche e che il numero di episodi di avvelenamento è diminuito negli ultimi giorni.
Esperti Usa: "Teheran complice degli avvelenamenti" -
Ma secondo un'analisi fatta dall'agenzia di stampa Usa specializzata nel Medio oriente, The Media Line, varie fonti interne al Paese ed esperti iraniani suggeriscono che l'ondata di avvelenamenti, se non è direttamente legata al governo, sarebbe per lo meno avvenuta con la sua complicità per distrarre l'opinione pubblica dalle proteste nelle piazze contro il regime, attribuendone la colpa a "un pugno di estremisti talebani" che le autorità possono combattere, "esonerando così il sistema islamico nel suo complesso". L'agenzia aggiunge che questa è una delle varie ipotesi sulle responsabilità degli avvelenamenti con la precauzione che la loro veridicità difficilmente può essere verificata in modo indipendente.