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Luca Attanasio, l'Italia chiede il carcere e non la pena capitale per i killer | Il padre dell'ambasciatore: "Non aggiungere morte a morte"

"Noi siamo contrari, Luca sarebbe stato contrario", ha aggiunto l'uomo, mentre a Kinshasa si sta tenendo il processo contro gli esecutori materiali dell'omicidio dell'ambasciatore italiano, avvenuto in Congo nel 2021

Dal Web

Nel processo sulla morte di Luca Attanasio, lo Stato italiano (parte civile e da tempo impegnato a livello internazionale contro le sentenze capitali) ha chiesto per gli imputati accusati della morte dell'ambasciatore la condanna alla carcerazione in alternativa alla pena di morte. La richiesta è stata notificata durante l'udienza a Kinshasa dedicata all'arringa della difesa. Martedì l'accusa del Tribunale militare aveva chiesto la pena capitale per i cinque congolesi alla sbarra e un sesto latitante. 

Uccisi in Congo l'ambasciatore italiano Luca Attanasio e un carabiniere

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A sinistra l'ambasciatore d’Italia in Congo Luca Attanasio. A destra il carabiniere Vittorio Iacovacci. Al centro l'auto su cui viaggiavano
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Luca Attanasio
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Vittorio Iacovacci
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Vittorio Iacovacci  
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L'auto su cui viaggiava l'ambasciatore italiano Luca Attanasio, rimasto vittima di un attentato a Goma, in Congo
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L’ambasciatore d’Italia in Congo Luca Attanasio e alla moglie Zakia Seddiki ricevono il Premio Internazionale Nassiriya per la Pace. La cerimonia si era svolta a ottobre 2020 nella chiesa di San Marco Evangelista a Licusati (Salerno) 
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Il padre di Luca Attanasio: "Aggiungere morte a morte non serve"  "Sulla pena per gli imputati è intervenuto anche Salvatore Attanasio, padre dell'ambasciatore ucciso in Congo nel 2021. "Aggiungere morte a morte non serve a nulla. Se non a portare altro dolore. Noi siamo contrari, Luca sarebbe stato contrario". "Siamo contro la pena di morte - ha detto l'uomo, intervistato dal Corriere della Sera -. Lo dicono la nostra Costituzione, il nostro senso civico, la nostra formazione cattolica. Sono gli stessi principi in cui si identificava nostro figlio. La pena capitale non potrà mai alleviare il dolore della nostra famiglia".

"Cercare i mandanti"  "Il pm in Congo - ha ricordato - ha sostenuto che non si è trattato di un agguato né di un tentativo di rapimento degenerato, come ricostruito inizialmente, ma di una vera e propria esecuzione". Nel caso, osserva, ci sarebbe anche un mandante. "Il 25 maggio, a Roma, è prevista l'udienza preliminare nei confronti di due dipendenti del Pam (il Programma alimentaree mondiale dell'Onu che aveva organizzato la spedizione durante la quale fu ucciso Luca Attanasio, ndr): confido - conclude il padre - che possano emergere molti aspetti chiarificatori".

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