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Zaki: "La mia battaglia per i diritti umani non si ferma"

"Grazie alla mobilitazione dei cittadini italiani e bolognesi: questa è stata la chiave per la mia libertà", ha affermato lo studente dell'Università di Bologna ancora sotto processo in Egitto

Ansa

"Dopo l'arresto, tutto è cambiato. La mia storia è diventata un caso internazionale, soprattutto grazie alla mobilitazione dei cittadini italiani e bolognesi: questa è stata la chiave per la mia libertà". Così Patrick Zaki, lo studente dell'Università di Bologna ancora sotto processo in Egitto, in un'intervista a Quotidiano Nazionale. "Da sette anni porto avanti la mia battaglia per i diritti umani - aggiunge - e non c'è mai stato un momento, prima, durante e dopo il mio arresto in cui io abbia pensato di rinunciare".

Nell'intervista Patrick Zaki aggiunge:  "Sapevo che i miei colleghi universitari avrebbero potuto fare qualcosa di importante per la mia liberazione. Non avrei mai immaginato, però, di vedere migliaia di persone invocare a gran voce il mio nome per le strade di Bologna e dell'Italia intera".

Nei giorni scorsi lo studente ha avuto per la prima volta la possibilità di difendersi: "Insieme ai miei legali, ho voluto spiegare punto per punto tutto quello che pensavo. È una grande soddisfazione, perché abbiamo lottato molto per arrivare a questo momento".

Patrick Zaki dopo tre anni dona i suoi capelli: "Qualcuno ne trarrà beneficio"

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"Il mio ultimo taglio di capelli era stato nel 2020 prima di tornare in Egitto. Alla fine ho fatto il passo di tagliarli per la prima volta dopo tre anni". E' così che l'attivista Patrick Zaki annuncia la novità del look che può sottendere cambiamenti importanti in arrivo. O sicuramente una svolta benefica nella vita di questo studente egiziano dell'Università di Bologna che attende un nuovo processo rinviato ora a settembre dopo aver passato 22 mesi in carcere nel suo Paese. "Sono pronto a donarli a qualcuno che ne trarrà beneficio", aggiunge, infatti, nel post pubblicato sui suoi profili social, esplicitando le sue intenzioni. E chiede aiuto ai suoi follower per trovare un'organizzazione benefica che possa accettare "la sua umile donazione".

Ha mai pensato di rinunciare alle sue idee in cambio della libertà? "No, mai - risponde convinto Zaki -. Da sette anni porto avanti la mia battaglia per i diritti umani e non c'è mai stato un momento, prima, durante e dopo il mio arresto in cui io abbia pensato di rinunciare".

Spiega che quando, a fine 2021, gli hanno dato la notizia della scarcerazione, "ero paralizzato. Non avevo immaginato che potesse accadere veramente. Ricordo le prime settimane di libertà: non riuscivo a credere che tutto ciò fosse reale, avevo paura di svegliarmi un giorno ed essere di nuovo in prigione".

Intanto, a fine febbraio l'udienza del processo è stata di nuovo aggiornata senza sentenza: prossima data, il 9 maggio.

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