La procura di Milano ha chiuso le indagini su Beppe Grillo e Vincenzo Onorato, patron del gruppo Moby, accusati di traffico di influenze per una presunta "mediazione illecita" da parte del fondatore dei Cinque Stelle. Stando a quanto era stato ricostruito nelle indagini, in cambio di contratti per fare pubblicità a Moby sul suo blog, tra il 2018 e il 2019 Grillo avrebbe inoltrato ad alcuni parlamentari del M5S le richieste di aiuto avanzate dall'armatore, suo amico di lunga data, quando la compagnia era in crisi finanziaria.
Gli obiettivi al Mise e alle Infrastrutture -
Dalle indagini, che avevano portato a perquisizioni da parte della gdf nel gennaio 2022, era emerso che sarebbero stati almeno tre i fronti al centro delle richieste di interventi pubblici che sarebbero state avanzate da Onorato a Grillo, il quale, a sua volta, le avrebbe girate a parlamentari del M5S che avevano a che fare con i ministeri dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture, allora guidati il primo da Luigi Di Maio e poi da Stefano Patuanelli e il secondo da Danilo Toninelli.
Il contratto pubblicitario da 240mila euro -
A testimoniare il percorso e i temi delle istanze avanzate dall'armatore napoletano al fondatore dei Cinque Stelle per tenere a galla il gruppo che aveva una flotta di oltre 60 navi, sono state le chat agli atti dell'inchiesta in cui Grillo e Onorato sono indagati in merito a un contratto pubblicitario da 240mila euro tra la Moby spa e la Beppe Grillo srl. Una cifra elevata, secondo le indagini del pm Cristiana Roveda e del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, e non adeguata alle prestazioni fornite. Prestazioni ritenute modeste dato che l'accordo di partnership prevedeva per 10mila euro mensili "inserimenti pubblicitari", sotto forma di banner, sul blog di Grillo "non più di due volte al mese" e la pubblicazione di "contenuti redazionali", come interviste a testimonial o articoli "sino a un massimo di uno al mese" e con un limite di estensione di "2mila vocaboli".
Le presunte richieste di Onorato -
Nelle comunicazioni, scandagliate dai pm e dal Nucleo di polizia economico finanziaria della gdf, sono emersi gli interventi chiesti a Grillo dall'armatore, nonché amico da una vita, che avrebbero riguardato il contenzioso civile tra Tirrenia in amministrazione straordinaria e il gruppo Onorato, la proroga della convenzione fra lo Stato e Compagnia Italiana di Navigazione per la continuità territoriale marittima e la limitazione dei benefici fiscali alle sole navi che imbarcano equipaggi italiani e comunitari.
Grillo in chat: "Ho attivato Di Maio e Toninelli -
Nell'avviso di conclusione indagini compare il testo di un messaggio via chat inoltrato da Grillo all'armatore in cui il fondatore del M5s scrive: "Vincenzo, ho attivato Luigi e Toninelli vediamo cosa dicono". Il messaggio è del 30 luglio 2019 e la richiesta indirizzata a Toninelli, all'epoca ministro delle Infrastrutture, e a Di Maio, allora ministro dello Sviluppo economico, riguarderebbe "un loro intervento" per sbloccare un pagamento verso Cin, del gruppo Moby, da 62 milioni di euro.
Secondo l'imputazione della Procura di Milano, Grillo avrebbe ottenuto anche "l'organizzazione di un comizio elettorale per il M5s a Torre del Greco il 12-2-2018, presenti lo stesso Grillo e Luigi Di Maio" e "la promessa di organizzare comizi elettorali per gli esponenti del M5s".